Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini arrivano in sala al Visionario di Udine 13 suoi film in versioni restaurate
100 anni fa nasceva Pier Paolo Pasolini. Un anniversario sicuramente da festeggiare e da ricordare! Prende il via quindi una densa e necessaria retrospettiva dei suoi film che offre al pubblico la proposta più diretta possibile: fare parlare l’intellettuale con le sue opere, mostrare i suoi film sul grande schermo nel migliore dei modi possibili, in copie restaurate. Le proiezioni saranno introdotte da esperti, critici e artisti, per consegnare al pubblico una visione contemporanea, profonda e ricca della sua opera di cineasta. Il cinema di Pasolini, un unicum nella produzione cinematografica nazionale ma probabilmente mondiale, si è sempre mosso fra la realtà e la poesia, fra la contaminazione letteraria e l’aggiornamento dello strumento comunicativo, trasformando e semplificando spesso la tecnica, in funzione di un chiarissimo disegno artistico. Rivisto oggi, il suo cinema appare come un tentativo in itinere di utilizzare una “parola poetica in immagini”, con risultati diversi, capaci sempre di catturare l’attenzione dello spettatore e di modificarne, spesso provocatoriamente, pensiero e convenzioni.
Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, avvenuta il 5 marzo 1922 a Bologna, la Cineteca di Bologna e la Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia si sono unite per rendere disponibili in sala 13 suoi film in versioni restaurate (Accattone, Mamma Roma, Comizi d’amore, Uccellacci e uccellini e Edipo Re in 4K). Una corposa retrospettiva che il Visionario proporrà con l’accompagnamento di introduzioni e lezioni curate da studiosi ed esperti. Per scoprire e riscoprire la forza espressiva, la ricchezza figurativa, la carica polemica e trasgressiva di un artista rinascimentale del XX secolo.
mercoledì 12 ottobre
ACCATTONE
Italia 1961, 117′
“In Accattone ho voluto rappresentare la degradazione e l’umile condizione umana di un personaggio che vive nel fango e nella polvere delle borgate di Roma. Io sentivo, sapevo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, e allora questo aggettivo, ‘sacro’, l’ho aggiunto con la musica […] Bach mi è servito a far capire ai vasti pubblici queste mie intenzioni” (Pier Paolo Pasolini).
mercoledì 19 ottobre
MAMMA ROMA
Italia 1962, 105′
Mamma Roma, ex prostituta, sogna per il figlio adolescente Ettore un avvenire conformista e piccolo-borghese. Senza accorgersene, lo spinge verso l’infelicità e la morte. Uno dei nodi drammatici più intensi del film è il contrasto, anche fisico, fra la vitalità irruenta e sanguigna di una grande Anna Magnani e l’apatia opaca del non attore Ettore Garofolo. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un paese che sta corrompendo i suoi caratteri originari. (Roberto Chiesi)
mercoledì 26 ottobre
LA RICOTTA
Italia-Francia 1963, 35′
Bellissimo, paradossale episodio di RoGoPaG, racconta il calvario realmente vissuto sul set di un film sulla Passione di Cristo (diretto da Orson Welles) dalla povera comparsa Stracci, ultimo degli ultimi, in un film nel film dove si aprono parentesi di feroce polemica contro la borghesia italiana e momenti di sospensione onirica. Il film scatenò uno scandalo, subì un grottesco processo, fu condannato per vilipendio alla religione e Pasolini dovette modificare alcune sequenze.
COMIZI D’AMORE
Italia 1964, 92′
Pasolini percorre l’Italia dal sud al nord, interrogando ogni classe e tipologia d’italiano su un argomento tabù quale la sfera sessuale. Ne esce l’immagine di un paese intriso di pregiudizi e repressioni, ora gretta e oscurantista, ora ansiosa di un’emancipazione ancora lontana. Partecipano all’inchiesta Moravia, Musatti, Ungaretti, Oriana Fallaci, Adele Cambria e molti altri. (Roberto Chiesi)
mercoledì 2 novembre
IL VANGELO SECONDO MATTEO
Italia 1964, 137′
“La mia lettura del Vangelo non poteva che essere la lettura di un marxista, ma contemporaneamente serpeggiava in me il fascino dell’irrazionale, del divino, che domina tutto il Vangelo. Io come marxista non posso spiegarlo e non può spiegarlo nemmeno il marxismo. Fino a un certo limite della coscienza, anzi in tutta coscienza, è un’opera marxista: non potevo girare delle scene senza che ci fosse un momento di sincerità, intesa come attualità. Infatti, i soldati di Erode […] li ho vestiti un po’ da fascisti, e li ho immaginati come i fascisti che uccidevano i bambini slavi buttandoli in aria”. (Pier Paolo Pasolini).
mercoledì 9 novembre
UCCELLACCI E UCCELLINI
Italia 1966, 86′
Il viaggio picaresco di un padre e un figlio (la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli), accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell’Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini racconta la crisi dell’ideologia marxista in chiave fiabesca. (Roberto Chiesi)
mercoledì 16 novembre
EDIPO RE
Italia 196, 104’ [V.M. 14]
È una tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il Mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Con l’apporto del geniale Danilo Donati, il poeta-regista cala la storia di Edipo in una dimensione barbarica e allucinata. Il cast quanto mai eterogeneo – Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Julian Beck, Alida Valli – appare in sorprendente armonia con la rêverie pasoliniana. (Roberto Chiesi)
mercoledì 23 novembre
APPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA
Italia 1970 73′
Dalla Tanzania all’Uganda, Pasolini percorre l’Africa cercando i corpi e i luoghi per un film in forma di ‘film da farsi’, liberamente ispirato alla trilogia dell’Orestiade di Eschilo. L’Africa, che negli anni Sessanta stava dolorosamente uscendo da secoli di colonialismo, è vista da Pasolini come lo spazio di un processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità, dove l’irrazionalità primigenia deve coesistere con il “nuovo mondo della ragione”.
mercoledì 30 novembre
PORCILE
Italia-Francia 1969, 98’ [V.M. 14]
Due storie ambientate in epoche diverse – un passato indefinito e il 1967 – e in spazi emblematici – una zona vulcanica e una villa neoclassica in Germania – tracciano un crudele apologo. Nella prima un giovane cannibale fa proseliti e sfida legge e morale; nella seconda, un potente industriale tedesco accetta la fusione con un concorrente, ex nazista. Ma il suo rampollo cela uno scandaloso segreto.
mercoledì 11 gennaio
IL DECAMERON
Italia-Francia-Germania 1971, 114′ [V.M. 18]
Il primo film della Trilogia della vita, liberamente ispirato a nove racconti di Boccaccio, è significativamente ambientato a Napoli. “Non ho scelto personaggi del Decameron per caso ma per offrire esempi di realtà. Un personaggio del Decameron è esattamente il contrario di un personaggio che si vede nei programmi televisivi o nei cosiddetti film consolatori. Questo per restare solo sul piano dell’idea figurativa. Dal Decameron in poi è questo che conta maggiormente, questa fisicità del personaggio, che si impone”. (Pier Paolo Pasolini)
mercoledì 18 gennaio
I RACCONTI DI CANTERBURY
Italia-Francia 1972, 111′ [V.M. 18]
L’Inghilterra trecentesca ricreata da Pasolini ispirandosi a otto racconti di Geoffrey Chaucer, interpretato dallo stesso regista. “I rapporti sessuali mi sono fonte di ispirazione anche proprio di per se stessi, perché in essi vedo un fascino impareggiabile […]. I critici, rimuovendo dai miei film il sesso, hanno rimosso il loro contenuto, e li hanno trovati dunque vuoti, non comprendendo che l’ideologia c’era, eccome, ed era proprio lì, nel cazzo enorme sullo schermo, sopra le loro teste che non volevano capire” (Pier Paolo Pasolini).
mercoledì 25 gennaio
IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE
Italia-Francia 1974, 129′ [V.M. 18]
L’ultimo film della Trilogia della vita è anche quello dove forse si esprime più poeticamente il senso dell’utopia pasoliniana, evocando una dimensione popolare e fantastica dove il sesso è vissuto con libera spregiudicatezza in un passato magico, violento e intatto. Le scenografie di Dante Ferretti, i costumi di Danilo Donati, la fotografia di Giuseppe Ruzzolini, contribuiscono allo splendore figurativo di un film ispirato alle fiabe arabe e girato in Etiopia, Yemen, Iran e Nepal. Segue la proiezione del prologo originario, del bellissimo epilogo e di una scena inedita tagliati dalla versione definitiva del film. (Roberto Chiesi)
mercoledì 1 febbraio
SALÒ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA
Italia 1975, 116′ [V.M. 18]
Geniale ‘tradimento’ di Sade e audace dissimulazione storica (la Repubblica Sociale è solo un ‘cartone’ metaforico), l’ultimo film di Pasolini aggredisce lo spettatore precipitandolo in un incubo senza pietà e senza vie di salvezza, dove i rituali di perversioni e violenze rimandano surrettiziamente al presente. Mostra aberrazioni perpetrate secondo un regolamento da collegio infernale, dove ogni etica è pervertita nel suo contrario e la ‘soluzione finale’ pedagogica consiste nella creazione di una nuova umanità, indifferente e assuefatta all’orrore.