“Non soci ma cittadini!”: la rivolta del Fogolâr Civic contro la nuova riforma dei Consigli di Quartieri udinesi

FOGOLAR CIVIC Udine motto aquileiese all’ingresso di Palazzo D’Aronco

“Non soci ma cittadini!”, è “rivolta” del Fogolâr Civic contro la nuova riforma definita antidemocratica dei Consigli di Quartieri udinesi. Il coordinatore fogolarista Travain: “Pensavamo di aver toccato il fondo con i Consigli nominati da Fontanini. Ora siamo alle corporazioni, alle consorterie medievali, alle oligarchie di territorio, agli equilibri sociali costituiti ed esclusivi, non all’inclusione!”.  “Un’offesa al singolo cittadino, disconosciuto nella sua piena dignità politica, e una concessione alle associazioni, facilmente al guinzaglio di contributi elargiti da Palazzo D’Aronco. Sul piano dei diritti e della cultura civica, l’Amministrazione De Toni ha saputo fare anche peggio di Fontanini, che nominava i consiglieri rionali eppure non aveva il cattivo gusto di parlare di partecipazione. Il Comune di De Toni riforma i Consigli di quartiere affidandosi ad una rete privata di equilibri ed interessi imperniata sul mondo associazionistico oltreché su sornione ma ancora potenti parrocchie udinesi. Il singolo cittadino non conterà nulla se non facendosi cooptare dal sistema insediato. Non solamente una strana forma di partecipazione – di tipo “bergamasco” s’è tenuto a chiarire – ma davvero uno schiaffo alla democrazia. Elevare associazioni e parrocchie ad interlocutore democraticamente rappresentativo è un vero aborto nella cultura della cittadinanza. Era sufficiente e legale convocare periodicamente assemblee popolari deliberanti con valore politico non cogente per l’Amministrazione. Ora solo l’Arengo a Udine, libera assemblea dei cittadini, incarna la tradizione democratica-partecipativa non ‘bergamasca’ della città. Non soci ma cittadini vogliamo essere!”. Indignato il prof. Alberto Travain, coordinatore del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, di fronte al dibattito in Consiglio comunale che approverà a notte fonda una delle peggiori riforme rionali, sul piano democratico, della storia cittadina.