“Non vogliamo rassegnarci alla guerra”. Sabato a Udine nuova manifestazione delle Donne in nero

Domani a Udine dalle ore 17.30 – 18.30 l’associazione Donne in Nero manifesta silenziosamente ancora una volta. Questa volta ad ospitare il presidio pacifista sarà la centralissima Piazza Matteotti. “A quasi tre mesi dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, si legge in una nota dell’associazione,  la guerra diventa sempre più
disumana e cieca, facendo strage di vite innocenti, riducendo le città a cimiteri, minacciando la catastrofe atomica, rendendo difficile ogni spiraglio di pace. Per questo va fermata subito! Fermare la guerra vuol dire negoziare con determinazione e su tutto: il cessate il fuoco, i corridoi umanitari, la fine dell’invasione e delle operazioni militari, la sicurezza collettiva, il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze. Tutte le strade vanno percorse! Ma le migliaia di civili uccisi, i milioni di persone costrette alla profuganza, i crimini di guerra commessi sembrano non bastare. Si ricerca una “vittoria” militare sul terreno che prolunga l’orrore e affida alle armi la soluzione di un conflitto che ha una rilevanza globale. Fino a quando si consentirà alla guerra di proseguire? Ci rivolgiamo a tutti i responsabili della politica internazionale, all’ONU, ancora ininfluente, all’Unione Europea, incapace di assumere una responsabilità forte nell’avvio di trattative diplomatiche, agli Stati Uniti, determinanti per una possibile soluzione del conflitto, CHIEDENDO di aprire un negoziato multilaterale vero, strutturato, coraggioso. Tutte le energie, le intelligenze politiche vanno utilizzate! Rinunciare al negoziato significa accettare che altri morti si aggiungano ai morti, che si compia la devastazione dell’Ucraina, che la miseria economica e sociale prodotta dalla guerra si estenda su scala mondiale, che l’Europa paghi il prezzo più alto in termini di instabilità futura, di rinuncia ad un suo ruolo autonomo nella costruzione della distensione e di una convivenza pacifica tra le popolazioni del continente. Siamo solidali con la popolazione ucraina e con tutte le persone che in quel terribile scenario, dall’una e dall’altra parte, scelgono di esercitare l’obiezione di coscienza all’uso delle armi e in Russia si oppongono anche alle politiche aggressive e illiberali decise da Putin”.