Nuova strada per il rifugio Marinelli per molti scelta sbagliata nel metodo e nel merito

Una scelta sbagliata nel metodo e nel merito secondo il Comune di Paluzza, la Società Alpina Friulana, Legambiente e il Cai, che temono di trovarsi di fronte a una nuova strada con il rischio di vedere auto e moto raggiungere facilmente il rifugio Marinelli ai piedi di un’area di incontaminata bellezza. Un semplice intervento di riduzione del rischio, invece, secondo l’assessore Stefano Zannier, con la sistemazione di un tracciato che già esiste, e non certo una vera strada. Tracciato che sarà ancor più esplicitamente interdetto ai mezzi a motore, mediante veri e propri blocchi fisici. Queste due visioni antitetiche si sono confrontate oggi durante le audizioni della IV Commissione, presieduta da remoto da Mara Piccin (Forza Italia). La parte finale del progetto di ripristino della viabilità agro-silvo-pastorale tra Casera, Collina e Plotta è infatti avversata da tempo dal Comune e da diverse associazioni, che hanno raccolto 14mila firme di dissenso. Contestazioni ribadite oggi dal sindaco di Paluzza, Massimo Mentil, che ha parlato tra le altre cose di “utilizzo dei fondi Vaia inopportuno, perché con quel tipo di importo si potevano completare molti lavori già avviati” e dagli stessi proprietari del rifugio Marinelli, la Società alpina friulana (Saf), rappresentata oggi dal presidente Enrico Brisighella. La Saf giudica il percorso progettato inutile ai fini del soccorso e contesta “la definizione di ripristino di una viabilità che viceversa non è mai esistita”. Teme, inoltre, che il tracciato possa incoraggiare i motociclisti a prendere scorciatoie, con i relativi danni ambientali. Le stesse considerazioni sono state espresse da Legambiente – vi si sono soffermati Sandro Cargnelutti e Marco Lepre – e dal Cai, che con Silverio Giurgevich e Antonio Zambon ha parlato di potenziale “sfregio per l’ambiente”. I due enti hanno posto anche il problema più generale degli investimenti sulle piste da sci, che andrebbero accantonati in ragione dei cambiamenti climatici che suggeriscono piuttosto di puntare sull’allungamento della stagione estiva nei poli di montagna. Contrari al progetto-Marinelli e agli investimenti sciistici anche i quattro consiglieri che hanno alimentato il dibattito in aula. Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, ha sottolineato “la discrasia tra gli enti regionali, con Promoturismo che investe sui poli sciistici e l’Arpa che spiega come questi finanziamenti siano oggi fuori dalla storia”. Mariagrazia Santoro (Pd) ha posto invece l’accento sul problema del mancato coinvolgimento della Saf nella progettualità, mentre Furio Honsell si è chiesto “cos’altro occorra fare per evitare un’opera inutile, anzi potenzialmente dannosa”. Cristian Sergo, capogruppo M5S, ha voluto sapere a che punto sia la procedura relativa al progetto-Marinelli, ricevendo dall’assessore Zannier la notizia che “l’appalto è stato stipulato a fine 2020 e i lavori consegnati il 19 luglio, anche se al momento sono sospesi per ovvie ragioni climatiche”. L’assessore alla Montagna ha poi risposto punto per punto ai rilievi spiegando “che l’intervento rientra correttamente tra quelli del commissario per l’emergenza Vaia” e che “si sta parlando solo dell’ultima parte del progetto, un tratto di 600 metri che costa poco più di 30mila euro: con quei soldi non realizzo certo una viabilità, piuttosto pulisco i bordi del tracciato o poco più”. Zannier ha poi ribadito “che nessuno vuole un libero accesso al rifugio Marinelli, e i blocchi fisici su due lati impediranno il passaggio dei mezzi a motore”. È toccato invece all’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, spiegare le ragioni tecniche dell’opera: “C’è bisogno di creare un asse di sicurezza nel caso la viabilità esistente diventasse inservibile”. Quanto agli investimenti sciistici, Scoccimarro ha ricordato che gli interventi previsti in alcuni poli saranno sottoposti allo screening della Valutazione di impatto strategico. Per motivi tecnici, legati alle difficoltà di collegamento, la IV Commissione ha dovuto invece rinviare l’audizione on line dei firmatari della petizione sul fiume Fella, “un patrimonio comune da proteggere e liberare dalle speculazioni”.