Nuovi impegni militari dell’Italia. Quattro nuove missioni in Ucraina, Libia, Niger e Burkina Faso
Prosegue a pieno regime l’addestramento del Contingente Italiano schierato in Ungheria nell’ambito dell’Operazione eVA (enhanced Vigilance Activity) che congiuntamente a personale croato, statunitense e ungherese svolge la funzione di deterrenza sul fianco sud-est dell’Alleanza Atlantica. Per il nostro paese ad operare sono gli alpini della Brigata Julia. Ma non solo in Ungheria c’è presenza grigioverde italica, attualmente sono infatti circa 10mila militari italiani che partecipano a 37 operazioni internazionali in ben 25 Paesi. All’elenco si sono recentemente aggiunte quattro nuove missioni in altrettanti paesi: Ucraina, Libia, Niger e Burkina Faso. Del resto militari di Kiev sono già stati in Italia per addestrarsi e l’attività continuerà in questi mesi. Mentre la misione Eumam – dove l’Italia è presente insieme ad altri 23 Paesi – si propone di rafforzare la capacità delle forze armate di Kiev di difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina. L’obiettivo è quello di addestrare entro la fine nell’anno 30mila soldati, che devono padroneggiare gli armamenti ricevuti dall’alleanza internazionale per contrastare l’avanzata russa. Dalla Difesa italiana non sono trapelate informazioni sull’attività di formazione svolta. Ma si sa che militari ucraini vengono addestrati alla caserma Santa Barbara di Sabaudia (Latina), sede del Comando artiglieria contraerei dell’Esercito, per fare pratica sul Samp-T, il sistema anti-missile che a breve dovrebbe essere inviato a Kiev. Altra missione europea cui l’Italia si impegna a partecipare è Eubam, che si propone di supportare la Libia nel controllo dei suoi confini, terrestri e marittimi. Roma è presente da tempo nel Paese nordafricano con una propria missione di assistenza e supporto, forte di 400 unità di personale. Dai flussi migratori all’energia, la Libia è centrale per gli interessi italiani. È europea anche la terza nuova missione in Niger, altro Paese chiave per la gestione della migrazione. Infine, c’è una nuova missione bilaterale di supporto al Burkina Faso. Si tratta di un’altra area di crisi dove il rischio jihadista si mischia alla penetrazione delle milizie Wagner, contribuendo alla destabilizzazione di una vasta area del continente africano. Inoltre Roma parteciperà al piano per aumentare la produzione di munizioni di artiglieria occidentale, portandola ad un milione di colpi l’anno.