Nuovo ospedale di Pordenone. Centis (cittadini), il padiglione A va riqualificato e non demolito

In attesa della completa attivazione del nuovo ospedale di Pordenone, per cui è stata prevista la conclusione dei lavori entro il 31 dicembre di quest’anno, resta al centro dell’attenzione il futuro del vecchio ospedale, composto da sei padiglioni realizzati alla fine degli anni Sessanta. Nelle ultime settimane, si è aperto il dibattito sull’opportunità di ripensare la prevista demolizione del padiglione A con la contestuale realizzazione di una struttura da 50 posti letto per le cure intermedie, lavori per i quali la Regione ha stanziato 11,5 milioni di euro. «La decisione di demolire il padiglione A, per altro opera di pregio architettonico progettata dall’architetto pordenonese Nino Donadon – ha spiegato il capogruppo dei Cittadini, Tiziano Centis che in merito ha depositato un’interrogazione all’assessore Riccardi – non convince una significativa parte dell’opinione pubblica cittadina che ha palesemente manifestato il desiderio di non abbattere tale edificio, chiedendo invece una nuova valutazione delle sue future funzioni degli spazi. In particolare, la proposta avanzata per primo in Consiglio comunale a Pordenone dall’ex consigliere dei civici Roberto Freschi e oggi sostenuta in Aula dal consigliere de La Civica Marco Salvador, sollecita una riflessione in quanto non basta sviluppare un nuovo ambito da 50 posti per le cure intermedie. La pandemia ci ha ulteriormente dimostrato come, in caso di emergenza, ci sia l’assoluta necessità di disporre, in tempi rapidi, di spazi ampi e flessibili con entrate e uscite indipendenti. E il padiglione A, strutturato su più piani, con tre lati perimetrali liberi per eventuali interventi, risponde pienamente a tali esigenze. Per quanto riguarda il post acuzie (cure intermedie) – ha aggiunto Centis – si presentano in genere più fattori che non possono essere trattati allo stesso modo, per cui i 50 posti devono avere caratteristiche diverse (da qui la necessità di più spazi a cui il padiglione A risponde in maniera consona): spazio riabilitativo da tempi contenuti, propedeutico ad un rientro in famiglia; spazio riabilitativo più lungo causa patologia; spazio di ospitalità in attesa che la famiglia si organizzi per accogliere il paziente, reduce da una malattia invalidante, per la quale l’abitazione e le persone vicine dovranno affrontare un nuovo status; spazio di attesa (che in alcuni casi può essere anche lungo) in vista di un successivo inserimento in abitazione protetta come case di riposo, di cura eccetera. Alla Giunta – ha concluso Centis – oltre a una riflessione sul padiglione A per giungere a una sua riqualificazione e non alla sua demolizione, ho chiesto di sapere cosa prevede il cronoprogramma di tutti gli interventi sull’ospedale non ancora completati e se le somme già stanziate sono sufficienti a coprire l’intero intervento previsto».IRO OSPEDALE PN