Nuovo rapporto Oms/Unicef: Miliardi di persone nel mondo a rischio per inaccessibilità d’acqua pulita
Secondo un nuovo rapporto dell’OMS e dell’UNICEF, miliardi di persone in tutto il mondo non saranno in grado di accedere all’acqua potabile a casa e ai servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro nel 2030, a meno che la velocità dei progressi non quadruplichi e aggiungiamo noi, non vi sia una inversione di tendenza del cambiamento climatico.
Il rapporto del Joint Monitoring Programme (JMP) – Progress on household drinking water, sanitation and hygiene 2000 – 2020 – presenta stime sull’accesso delle famiglie all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari gestiti in sicurezza negli ultimi cinque anni, e valuta i progressi verso il raggiungimento del sesto obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) di “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”. Per la prima volta, il rapporto presenta anche dati nazionali nuovi sulla salute mestruale.
Nel 2020, circa 1 persona su 4 non aveva acqua potabile gestita in modo sicuro nelle proprie case e quasi la metà della popolazione mondiale non aveva servizi igienici gestiti in modo sicuro. Il COVID-19 ha evidenziato l’urgente necessità di garantire a tutti l’accesso a una buona igiene delle mani. All’inizio della pandemia, 3 persone su 10 in tutto il mondo non potevano lavarsi le mani con acqua e sapone nelle loro case.
Il rapporto comunque evidenzia alcuni progressi nel 2020, per la prima volta, un numero maggiore di persone ha utilizzato servizi igienici migliorati in loco, come latrine a fossa e fosse biologiche, che possono contenere e trattare efficacemente i rifiuti, piuttosto che collegamenti fognari. Ma spiega lo studio, c’è bisogno che i governi assicurino un sostegno adeguato per una gestione sicura dei servizi igienici in loco, compresa la gestione dei fanghi fecali. Il rapporto chiarisce però che, se le tendenze attuali persistono, miliardi di bambini e famiglie rimarranno senza servizi idrici e igienico-sanitari critici e salvavita, sostenendo che entro il 2030: Solo l’81% della popolazione mondiale avrà accesso all’acqua potabile a casa, lasciando 1,6 miliardi di persone senza;
Solo il 67% avrà servizi igienici sicuri, lasciando 2,8 miliardi di persone senza; E solo il 78% avrà strutture di base per lavarsi le mani, lasciando 1,9 miliardi senza. Il rapporto nota anche vaste disuguaglianze, con bambini e famiglie vulnerabili che ne risentono maggiormente. Per raggiungere l’accesso universale all’acqua potabile gestita in modo sicuro entro il 2030, l’attuale tasso di progresso nei paesi meno sviluppati dovrebbe aumentare di dieci volte. Nei contesti fragili, dove la probabilità che le persone siano prive di acqua potabile sicura è il doppio, sarebbe necessario accelerare di 23 volte.
“Anche prima della pandemia, milioni di bambini e famiglie soffrivano senza acqua pulita, servizi igienici sicuri e un posto dove lavarsi le mani”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “Nonostante i nostri progressi impressionanti fino ad oggi per aumentare questi servizi salvavita, i bisogni allarmanti e crescenti continuano a superare la nostra capacità di risposta. È giunto il momento di accelerare drasticamente i nostri sforzi per fornire a ogni bambino e a ogni famiglia i bisogni più elementari per la loro salute e il loro benessere, compresa la lotta contro le malattie contagiose come il COVID-19”.
Altri risultati chiave del rapporto sono:
8 persone su 10 senza servizi idrici di base vivevano in zone rurali. Al contempo, i servizi sanitari gestiti in modo sicuro hanno raggiunto il 62% della popolazione urbana del mondo, ma solo il 44% della popolazione rurale.
L’Africa sub-sahariana sta sperimentando il tasso di progresso più lento del mondo. Solo il 54% delle persone utilizzava acqua potabile sicura, e solo il 25% in contesti fragili.
I dati emergenti sulla salute mestruale mostrano che, in molti paesi, una percentuale significativa di donne e ragazze non è in grado di soddisfare i bisogni di salute mestruale, con disparità significative in particolare tra i gruppi vulnerabili, come i più poveri e quelli con disabilità.
Accelerare la copertura dei servizi idrici e igienico-sanitari richiederà la determinazione come priorità ai più alti livelli decisionali da parte delle agenzie internazionali, dei governi, della società civile e del settore privato. Affinché questo accada, i servizi idrici e igienico-sanitari devono essere un appuntamento fisso in agenda nelle riunioni politiche di alto livello, per garantire che gli stati membri tengano traccia dei progressi. Questo è importante nel contesto della prossima revisione di medio termine del Decennio d’azione per l’acqua nel 2023 – la prima conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua e i servizi igienici in quasi 50 anni.