Nuovo Teatro Comunale e Sala Bergamas di Gradisca d’Isonzo. Mauro Canali e Gianpiero Borgia raccontano ‘Giacomo (Matteotti)’

Non poteva che essere Mauro Canali , il maggiore studioso di Matteotti, ad introdurre la messa in scena di Giacomo , una liturgia scenica sul conflitto fra violenza e libertà proposta alla Sala Bergamas di Gradisca d’Isonzo mercoledì 19 e giovedì 20 aprile, alle 20.30 nell ‘ambito della rassegna ‘Innesti – Connessioni teatrali affatto prevedibili’. Il professor Canali , assieme al regista dello spettacolo Gianpiero Borgia , introdurranno la pièce teatrale con un incontro pubblico coordinato da Adriano Ossola , presidente di èStoria, mercoledì 18 aprile, alle 18, al Nuovo Teatro Comunale di Gradisca d’Isonzo. Mauro Canali, allievo di Renzo De Felice, è stato Professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Camerino. Tra i suoi numerosi lavori dedicati per lo più alla storia del fascismo Il delitto Matteotti è considerato uno dei più importanti per completezza e profondità storiografiche. Un’occasione speciale per ArtistiAssociati ed èStoria: raccontare la storia attraverso il teatro. L’evento è in collaborazione con il Comune di Gradisca d’Isonzo.

Giacomo vuole porre in risalto il discorso politico di Matteotti, mettendo a confronto due dei suoi interventi in Parlamento: quello del 31 gennaio 1921, in cui denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, e quello del 30 maggio 1924, l ‘ultima seduta a cui Matteotti partecipò prima di essere assassinato, in cui contesta i risultati delle elezioni dell’aprile di quell’anno. Questa tragedia consiste nella riproposizione dei discorsi di Matteotti nella loro nuda e terrificante verità. I principali temi sui quali lo spettacolo invita a riflettere sono il senso della militanza politica, i diritti di cittadinanza, la possibilità di opporsi alla violenza fascista con il richiamo ai valori di libertà e democrazia, ma anche il ruolo del teatro nella società, in un modo in cui gli ideali diventano opera d’arte. Il contrasto visivo, tra il contesto particolarmente pericoloso in cui si trova Giacomo e il suo discorso animato da passione politica e speranza, è rappresentato scenicamente con un richiamo a Giorni felici di Beckett: come Winnie è conficcata fino alla vita nella sabbia che man mano la sommerge, immobile sia emotivamente, sia esistenzialmente, così Matteotti è al suo ruolo politico legato da cui non può liberarsi, e da cui sente il dovere di non liberarsi. Tuttavia, egli è comunque animato da un forte attaccamento alla vita e coltiva la speranza di conciliare la propria esistenza con la libertà e la giustizia sociale, come i personaggi di Beckett che anche in condizioni estreme trovano la forza di sopravvivere. Giacomo è una tragedia che deve essere vista a teatro, non letta, proprio per l’insieme dei contrasti che riesce a rappresentare attraverso una scena in cui, al cospetto del pubblico testimone dell’azione, si compie un autentico rito teatrale e un parossistico training d’attrice. Elena Cotugno, due nomination agli UBU e premio Maschere del Teatro, sviluppa un lavoro sul personaggio lontano dalla tradizione italiana della “maschera”, sia parodistica sia documentaristica, e dà il suo corpo alle parole di Matteotti.

Giacomo è un progetto di Elena Cotugno e Gianpiero Borgia; testi di Giacomo Matteotti con interruzioni d’Aula; drammaturgia di Elena Cotugno e Gianpiero Borgia dai verbali delle assemblee parlamentari del 31 gennaio 1921 e del 30 maggio 1924 con Elena Cotugno; ideazione, coaching, regia e luci di Gianpiero Borgia. Produzione Artisti Associati Centro di Produzione Teatrale e Teatro dei Borgia.

Il progetto è fra i 4 vincitori selezionati dal bando indetto per le iniziative connesse alla celebrazione della figura di Giacomo Matteotti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per le Politiche Giovanili.