Oggi e la giornata mondiale della salute, ma la pandemia dimostra quanta strada ci sia ancora da fare
Parlare Giornata mondiale della salute in piena pandemia può sembrare quasi un paradosso dato che appare evidente come la missione di creare un ombrello protettivo sull’umanità sia fallito o almeno lo sia per la maggioranza assoluta degli esseri umani. Da quel 7 aprile del 1948 quando si tenne la prima Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Salute con lo scopo di promuovere, attraverso la risoluzione WHA/A.2/Res.35, la sensibilizzazione sanitaria mondiale acqua sotto i ponti ne è passata come è passata dal 1950, quando ogni 7 aprile, si commemora la Giornata internazionale della salute che segna l’anniversario della fondazione dell’OMS struttura oggi nella bufera dato che, come era prevedibile, l’OMS non si è distinto in questi 70 anni per essere distinta dalle tensioni geopolitiche ma spesso ostaggio delle potenze. Diciamo però che oggi con la pandemia si sta facendo strada la consapevolezza della necessità che il 7 aprile diventi l’occasione giusta per affrontare la tematica d’interesse internazionale della salute pubblica e soprattutto per progettare nuovi e più efficienti programmi per migliorare le condizioni di vita in tutto il mondo. Lo ricorda ad esempio la Prof.ssa Rosa Manco del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in una nota: “Intanto, dice Rosa Manco, partiamo dal fatto che per salute s’intende comunemente “uno stato relativo di benessere fisico e psichico caratterizzato da dall’assenza di gravi patologie invalidanti”. Questa condizione di salute psicofisica è strettamente legata alla qualità della vita. Secondo l’OMS la salute è fondamentale per la felicità e il benessere dell’uomo perché essa è “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. Inoltre, la salute fornisce un importante contributo al progresso economico, poiché le popolazioni sane vivono più a lungo e sono più produttive. Ma soprattutto, la salute è un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Per tale ragione, la salute è una priorità politica, gli Stati devono eliminare tutti i fattori che compromettono e influiscono negativamente sulla salute collettiva.
Negli ultimi cinquant’anni molto è stato fatto e il 7 aprile è diventato il punto d’incontro in cui i Paesi tutti insieme e in modo più consapevole partecipano alle numerose iniziative per la promozione della salute dei cittadini.
Ma non solo. La Giornata mondiale della salute sta diventando l’approdo e il giorno del confronto e dei bilanci e delle nuove sfide, in quanto mentre gli studi, ormai in corso da anni, giungono finalmente a conclusione, nuove ricerche si pongono nuovi traguardi a breve scadenza, in linea con le esigenze sempre più eterogenee e complesse di un mondo che cambia.
La Giornata mondiale della salute è quindi un incontro annuale per mettere sul tavolo internazionale gli obiettivi raggiunti lavorando su tematiche come la salute mentale, l’assistenza materna e infantile e il cambiamento climatico e tante altre ancora.
Il 7 aprile è ogni volta un punto di partenza nuovo, un percorso da iniziare da capo, ma con un bagaglio di esperienza alle spalle, mirato a migliorare le condizioni di salute di tutto il mondo.
Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, per approfondire un settore di particolare rilievo per l’OMS, quello di quest’anno è Costruire un mondo più giusto e più sano per tutti.
Il mondo è ancora caratterizzato da grandi disuguaglianze. Il posto in cui si nasce, si gioca, si lavora e si vive può facilitare o ostacolare il raggiungimento di un completo stato di salute.
Per di più di fronte a emergenze sanitarie, come quella ancora in corso dovuta al covid-19, la disuguaglianza del mondo diventa una forbice impietosa che si divarica sempre di più aumentando il gap tra i Paesi sviluppati e quelli maggiormente in difficoltà. Il covid 19 ha avuto, infatti, un impatto sicuramente più duro sui Paesi poveri che non hanno possibilità ad accede a servizi sanitari di qualità.
Proprio per ridurre questo ingiusto divario, l’OMS dagli anni ’80 sta lavorando su due strategie importantissime: la promozione della salute e la strategia della salute per tutti. Entrambe le strategie partono dalla chiara consapevolezza che la salute è il risultato di una serie di determinanti di tipo sociale, ambientale, economico e genetico e non il semplice prodotto di una organizzazione sanitaria”.
“La salute non è solo la priorità di ogni popolo ma il requisito fondamentale per il suo progresso e per lo sviluppo di una solida economia e la condizione indispensabile per essere felici. La salute non è solo questo, prosegue la nota. Anche se basterebbe già questo a spingere gli Stati e le organizzazioni internazionali a cooperare insieme per permettere a tutti gli uomini della terra di raggiungere una piena salute. La salute è un diritto e come tale va garantito a tutti.
La salute è un diritto inalienabile del cittadino, tutelato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Anche l’art.32 della Costituzione italiana lo ricorda con parole chiare e semplici:
“La repubblica tutela la salute, come fondamentale diritto dell’individuo, così come interesse per la collettività, garantendo cure per gli indigenti”.
La salute è un diritto di tutti e i governi hanno la responsabilità della sanità dei loro popoli. Il compito dello Stato è, quindi, la limitazione e la prevenzione delle situazioni di non-benessere che possono impedire ai cittadini una vita dignitosa e un benessere psicofisico.
Mens sana in corpore sano, dicevano i latini. La salute è un diritto fondamentale che va difeso e sostenuto, ma per arrivare a uno stato di completo benessere dobbiamo essere in grado di percorrere la strada della promozione della salute che ci permetterà di curare la nostra mens e il nostro corpus. E la promozione della salute deve partire dall’alto e irradiarsi in tutte le fibre della nostra comunità.
In questo difficile periodo che stiamo vivendo, la promozione della salute a scuola è ancora più importante. A causa del lockdown, gli adolescenti hanno pagato un prezzo altissimo perché sono stati privati della dimensione relazionale, centrale per il passaggio dal mondo infantile a quello adulto. Bisogna promuovere e investire in progetti che permettano agli studenti di riappropriarsi di quella parte di sé smarrita tra le paure del contagio e l’isolamento forzato. Partiamo da loro per ritrovare nuova linfa. Restituiamo loro la salute mentale che il covid 19 ha scalfito lasciando al suo posto ansie e gravi sindromi comportamentali. E rivediamo e dilatiamo ancora una volta, e ora più che mai, il concetto di salute conclude Manco, perché parlare di salute significa parlare della nostra vita”.