Oltre l’autocentrismo- Il linguaggio simbolico del Progetto Demodeista

Questo periodo storico, caratterizzato principalmente dalle influenze dei gatekeeper occidentali, ha trasformato le pulsioni creative degli artisti in espressioni di puro autocentrismo, in manifestazioni di vero e proprio personalismo. Così, se escludiamo la dimensione “estetica” della musica contemporanea, manovrata dalle industrie musicali e dai media, agli appassionati di arte non rimane che indossare i panni di un navigatore errante, perduto tra i flussi caldi e freddi, frenetici e disordinati di un oceano indefinito, difficile da contestualizzare. Questa mia lettura, tuttavia, non intende necessariamente focalizzarsi soltanto sull’individualismo che regola le pulsioni creative degli artisti contemporanei occidentali. Il fatto di concedere totale libertà all’artista di sperimentare nuove forme espressive, fino a ricorrere a diverse modalità di provocazione, credo sia un valore da preservare a tutti i costi, un grande traguardo che ha trovato espressione in movimenti come l’arte concettuale, l’astrattismo e pratiche più sperimentali. D’altro canto, è emersa però la difficoltà di trovare un tacito accordo che consentisse agli artisti di collaborare con l’obiettivo di perseguire un fine comune. L’autocentrismo e le diverse  espressioni che caratterizzano l’estro degli artisti hanno reso quasi impossibile creare le condizioni necessarie per sviluppare nuove avanguardie in grado di contrastare il sistema, o almeno capaci di offrire punti di vista alternativi. Questa critica alla frammentazione dell’arte contemporanea occidentale, che si basa principalmente sul culto del sé a discapito di uno spirito più socialista, orientato al sacrificio e alla collaborazione, può trovare una sua forza vitale nel compromesso. Il progetto demodeista che stiamo portando avanti alacremente, grazie al coinvolgimento di poeti, pittori, docenti, giornalisti e critici, ha trovato in questo compromesso una valida alternativa, uno stargate capace di trasportare gli artisti coinvolti in una dimensione ancora oggi poco esplorata. Risulta pertanto essenziale preservare l’autenticità del proprio estro, derivato dal successo ottenuto dopo secoli di reiterate censure, ma, al contempo, all’interno di un collettivo come quello demodeista, stabilire poche, essenziali linee guida capaci di offrire una narrazione comune basata su una progressione collettiva e originale, che non vincoli troppo la libertà espressiva degli artisti coinvolti. Abbiamo trovato interessante l’idea di ricorrere alla simbologia, ispirandoci ai simbolisti francesi, creando un ponte tra l’arte narrativa e quella figurativa; questo per favorire una collaborazione tra le due discipline, assegnando una direzione comune che ci permettesse di fruire di entrambi i canali espressivi. La volontà di adottare un linguaggio simbolico e magico, fondato sul culto dell’ispirazione e sul calcolo imperfetto, soggettivo e quindi profondamente umano dei creativi, favorisce l’estensione della pratica demodeista a più discipline artistiche. Questo linguaggio si pone come un forte oppositore rispetto a quello più freddo e tecnico delle intelligenze artificiali. Pertanto, i demodeisti possono essere considerati veri e propri oppositori, fieri di anteporre il linguaggio demodeista, inteso come un lessico imperfetto ma originale e radicato nell’emozione, pregno di simboli e di mistero, al linguaggio più tecnico, strutturato e deterministico dei chatbot.
Ecco, di seguito, i simboli confermati:
IL TEMPIO
Il tempio inteso come dimora di saggezza secondo Platone

 

2. IL CADUCEO
Il caduceo inteso come simbolo legato alla medicina e alla guarigione.

3. IL COLIBRÌ
Il suo volo leggero, improvvisato e multidirezionale, lo rende un simbolo di libertà
espressiva e creatività

 

4. GEA E URANO
Simbolo di fertilità, di equilibrio e di armonia tra forze opposte

 

5. L’AQUILA
Simbolo di potere e di protezione dei valori più alti, custode della legge e dell’arte

[Mathias PdS]
illustrazioni: RI – LO – ART