Operazione “Vascello fantasma”. Individuata banda criminale internazionale con sede in Friuli dedita a riciclaggio e traffico di armi e droga
“Vascello fantasma” è il nome della vasta operazione condotta congiuntamente dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri e dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine, con un evidente riferimento all’olandese volante, il vascello che secondo leggenda solcherebbe i mari in eterno senza una meta precisa e a cui un destino avverso impedirebbe di tornare a terra. Motivo del riferimento olandese il fatto che è proprio di quel paese il principale sospettato di essere capo di un sodalizio criminale dedito ai traffici internazionali di armi e droga e riciclaggio. L’operazione “Vascello fantasma” ha consentito l’arresto di 5 persone e l’attenzionamento di altre decine. Le indagini hanno anche rivelato “festini” a base di sesso e droga. L’operazione delle forze dell’ordine italiane si sono sviluppate sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Udine, dott. Giorgio Milillo.
Le indagini di polizia giudiziaria, iniziate alla fine del 2019 e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sono state condotte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e della geolocalizzazione consentendo, nella prima fase, di trarre in arresto un cittadino olandese (S.V.C. di anni 45), stabilitosi di recente in Friuli, nonché della sua compagna di origine croata, A.S. di 31 anni, mentre rientravano dalla confinante Repubblica Slovena, trovati in possesso di sostanza stupefacente, in particolare 21 dosi di cocaina e 267 dosi di marijuana, nonché di un’arma corta clandestina di manifattura artigianale. Le successive perquisizioni domiciliari hanno però permesso di rinvenire e sequestrare ulteriori 3 pistole e numeroso munizionamento, nonché farmaci rientranti nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope per i quali l’arrestato non sapeva dare giustificazioni. Le indagini anche patrimoniali hanno inoltre evidenziato che l’olandese manifestava un tenore di vita elevato, con frequenti “puntate” presso i casinò sloveni e incontri con noti pregiudicati locali, più volte coinvolti in traffici di sostanze stupefacenti, armi e riciclaggio.
Ulteriori sviluppi investigativi hanno acclarato una continuativa attività di spaccio di ingenti quantitativi di cocaina da parte di diversi altri soggetti gravitanti nell’ambiente udinese, tra cui Z.D. il quale, oltre alla cocaina, si interessava di reclutare le persone (in genere giovani donne) da condurre ai “festini” a base di sesso e droga che si consumavano all’interno dell’abitazione dell’olandese o di strutture ricettive della provincia.
Oltre a Z.D., sono state individuate ulteriori persone dedite allo spaccio di stupefacenti, alle quali il cittadino olandese era solito rivolgersi. Tra queste, vi è l’ultrasessantenne G.L. che, a seguito di mirati appostamenti e pedinamenti, è stato tratto in arresto durante un’attività di spaccio, avendo rinvenuto nella sua disponibilità un consistente quantitativo di sostanza stupefacente e una cospicua somma di denaro, provento della sua attività illecita.
L’attività investigativa, suffragata da pedinamenti e intercettazioni, ha consentito di individuare e successivamente arrestare in flagranza di reato anche un cittadino albanese, H.B. di 34 anni, trovato in possesso di un consistente quantitativo di cocaina (oltre 500 dosi), pronto per essere immesso sulla piazza udinese.
L’arresto del trafficante è stato, altresì, avvalorato dal fatto che lo stesso, nel momento in cui è stato fermato, è risultato essere latitante da diversi mesi, poiché destinatario di un provvedimento restrittivo emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Trieste, dovendo scontare la pena definitiva di oltre 2 (due) anni di reclusione. Le indagini, in perfetta sintonia tra i due Reparti investigativi, hanno portato al successivo rinvenimento e sequestro di un’altra arma, una pistola Beretta cal. 85 con matricola abrasa.
Nel corso delle indagini sono state disposte da parte dell’Autorità giudiziaria diverse perquisizioni locali e personali (a carico di oltre 30 persone) che hanno portato a importanti riscontri investigativi, acclarando lo spaccio di sostanze stupefacenti anche nel periodo del primo lockdown.
Le armi sottoposte a sequestro, su disposizione del Pubblico Ministero, sono state periziate sia da un Consulente tecnico sia dal personale specializzato del laboratorio balistico del R.I.S. (Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri) di Parma che hanno accertato, oltre alla perfetta funzionalità delle stesse, anche la singolarità dell’arma artigianale che l’olandese, al momento del suo arresto, aveva occultato sulla sua persona. Quest’ultima, a due colpi cal. 22, a forma di portachiavi, è stata considerata dagli esperti balistici un’arma micidiale, progettata per assumere le caratteristiche esteriori di un altro oggetto (cd. arma da fuoco camuffata), da utilizzarsi a brevissima distanza ovvero per contatto diretto, cioè appoggiando l’arma direttamente sul bersaglio (così da attutire il rumore dello sparo). L’arma viene considerata uno “strumento” da “killer” o da “spia”. La stessa, classificata dal R.I.S. CC di Parma come arma tipo guerra, è stata trattenuta presso i laboratori balistici al fine di incrementare il campionario di armi conservato presso il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche.
Gli approfondimenti condotti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno focalizzato la situazione reddituale e patrimoniale del cittadino olandese e della sua compagna. La Guardia di Finanza, in particolare, ha attivato le indagini finanziarie sui rapporti di conto corrente della coppia e i canali della cooperazione operativa a livello internazionale, per il contrasto delle violazioni in materia economica e finanziaria. Ciò ha permesso di individuare numerose operazioni sospette, costituite da accrediti di rilevanti importi disposti da una società avente sede nei Paesi Bassi, attiva nel settore del commercio di prodotti idraulici, e frequenti prelievi di denaro contante in Italia. Per l’omessa segnalazione ai fini antiriciclaggio di tali operazioni sospette, i finanzieri hanno contestato specifiche violazioni amministrative a un istituto di credito nazionale e a due consulenti finanziari. Le sanzioni contestate arrivano fino a 300.000 euro.
Le movimentazioni sospette presenti sui rapporti di conto sono state anche valutate ai fini della loro tassazione. Le Fiamme Gialle hanno, infatti, constatato che il cittadino olandese, pur residente in Italia, non aveva mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Gli accrediti presenti sui suoi conti correnti, per oltre 600.000 euro, costituivano il pagamento di prestazioni di lavoro svolte a favore di una società olandese. È stata quindi constatata l’evasione delle imposta sui redditi per oltre 250.000 euro negli anni 2018 e 2019 e il cittadino olandese è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica anche per violazione degli articoli 5 del D.Lgs. 74/2000 (omessa dichiarazione dei redditi) e 648-ter.1 del Codice Penale (autoriciclaggio), avendo reimpiegato il frutto dell’evasione fiscale, prelevato in contanti dai propri conti correnti, presso un casinò di Vencò, in Slovenia.
Alla luce dei reati contestati le Fiamme Gialle hanno, dunque, avanzato una proposta di sequestro “per equivalente” che, condivisa dal G.I.P. di Udine – dott. Faleschini Barnaba – ha portato al sequestro degli interi saldi risultanti sui conti correnti del soggetto olandese e a quelli fittiziamente intestati alla sua compagna per un totale di oltre 80.000 euro e n. 2 autoveicoli allo stesso intestati per un valore commerciale di 40.000 euro.
Nel corso delle investigazioni è stata attivata la Cooperazione Internazionale di Polizia, nonché la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno di Roma.