Opere sul Tagliamento. Patto per L’autonomia: «Risposte vaghe di Scoccimarro. Vanno coinvolti i territori»

«La Giunta chiarisca una volta per tutte le sue intenzioni sul Tagliamento e sulle ipotizzate opere per la sua messa in sicurezza». Sollecita l’assessore Scoccimarro il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli. Lo fa un’interrogazione discussa oggi in aula, presentata dopo la nota ufficiale dell’assessore in cui si fa riferimento al finanziamento di 5,3 milioni di euro (dall’assestamento 2022) per la difesa del suolo e la manutenzione dei corsi d’acqua “con i quali si potrà dare il via al primo lotto del canale di scolo Latisana-Lignano e alla progettazione delle opere di messa in sicurezza del Tagliamento”. «Di quali interventi si parla – chiede Bidoli –? Dalla risposta fornita in aula, invece di chiarire, l’assessore ha fornito elementi che lasciano perplessi per la loro vaghezza. Sbalordisce non poco che l’assessore bolli un’opera inserita nel Piano di gestione del rischio alluvioni come un’idea progettuale, tra l’altro priva di molti elementi utili a decretarne l’effettiva realizzabilità. A fronte di un annuncio sullo studio di fattibilità su un’eventuale opera mobile da realizzarsi all’altezza di Pinzano, pensiamo che sarebbe più opportuno procedere con un approfondimento tecnico coinvolgendo anche i territori. Restiamo convinti che se da un lato le soluzioni ai dissesti idrogeologici sono necessarie, dall’altro non si possono imporre soluzioni potenzialmente devastanti per alcuni territori dal punto di vista ambientale, economico e sociale», afferma il consigliere del Patto per l’Autonomia, che non dimentica l’importanza di tutelare le comunità del basso corso del fiume da eventuali esondazioni. «Va individuata una soluzione comune, che tenga in considerazione le esigenze di tutte le comunità rivierasche», conclude Bidoli, già promotore, con il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, di una mozione per chiedere alla Regione di proporre la candidatura del Tagliamento a Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco – sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione e bocciata dalla maggioranza regionale – e primo firmatario di una petizione pubblica per il riconoscimento Unesco che ha raccolto oltre 15 mila firme di cittadini e adesioni illustri.