Ozono, un luglio bollente e agosto potrebbe essere peggio. Nessun allarmismo ma tenere alta l’attenzione
Diverse Agenzie ambientali italiane hanno segnalato il superamento della soglia di informazione (media oraria >180 µg/m3) e, in alcuni casi, ma non in Fvg anche quella di allarme (media oraria >240 µg/m3). L’ozono O3, gas formato da tre atomi di ossigeno, in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati bassi dell’atmosfera, invece, è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione.
Un inquinante dannoso per la salute
La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell’ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità.
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, al momento non sono ancora ben note le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono. Gli effetti “acuti” più evidenti sono la forte azione irritante alla mucosa degli occhi, infiammazioni ed alterazioni a carico dell’apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare) ed un senso di pressione sul torace.
Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad alterazioni delle funzioni respiratorie, a un aumento della frequenza degli attacchi asmatici, a una diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, all’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio e al peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).
Le più recenti indagini mostrano che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare a una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.
In generale occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.
I soggetti più sensibili al fenomeno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.
Valori limite di riferimento per l’ozono (D.Lgs.155/2010)
Soglia d’informazione | Media massima oraria | 180 µg/m3 | |
Soglia d’allarme | Media massima oraria | 240 µg/m3 | |
Valore obiettivo | Media massima giornaliera calcolata su 8 ore | 120 µg/m3 | <= 25 volte/anno come media su 3 anni |
Il numero di superamenti del Valore Obiettivo assume significato se valutato come media su tre anni. In tal senso la normativa in vigore stabilisce un limite massimo di 25 giorni di superamenti per anno civile calcolati come media su tre anni.
L’Organizzazione mondiale della sanità nelle sue Linee guida sulla qualità dell’aria, raccomanda di non superare nel corso dell’anno una massima media giornaliera sulle 8 ore pari a 100 µg/m3.
Insomma se gli effetti devono essere valutati per peridi mediamente lunghi anche i picchi non vanno sottovalutati. In Fvg la situazione, almeno come appare dalla tabella e dalla cartina Arpa non preoccupano più di tanto anche se principio di precauzione suggerisce di evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde delle giornate afose e non solo per la questione ozono.