Palmanova: Dodici artisti espongono all’ex Caserma napoleonica Montesanto
L’ex Caserma napoleonica Montesanto di Palmanova riapre grazie all’arte contemporanea. Fino al 23 ottobre si potrà infatti visitare gratuitamente la mostra “Contemporanea”, realizzata da XXII° Secolo Associates in occasione della 18° Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani). É dal 2003 che questa organizzazione non profit ha come obiettivo il sostegno dei musei d’arte contemporanea e soprattutto vuole dare l’occasione a tutti di poter conoscere e apprezzare sempre più gli artisti contemporanei. Silvia Savi, assessore comunale alla cultura: “Il bello di questa mostra sta nel far dialogare, in uno spazio ritrovato, artisti affermati, come Celiberti, Lunazzi, Budai, Stragapede, con giovani emergenti che dimostrano una forte consapevolezza tecnica e espressiva. Palmanova prosegue così il percorso d’iniziative pensate per celebrare i primi cinque anni di Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO e corona una stagione ricchissima di eventi”. Grazie al Comune di Palmanova, l’Associazione “XXII° secolo Associates” guidata dai fondatori Elena Clelia Budai, Carlo Stragapede e dal curatore dell’evento Stefano Pastorutti, con la supervisione di Gabriella Del Frate, ha potuto riunire le opere di 12 artisti nel suggestivo spazio del sottotetto dell’ex Caserma napoleonica Montesanto. Durante l’inaugurazione il vicesindaco Francesco Martines ha presentato i lavori di ristrutturazione della Caserma che hanno coinvolto l’impianto di riscaldamento e condizionamento, l’illuminazione e il vano ascensore. Isabella Masutti dell’Associazione XXII° Secolo: “Nel percorso espositivo c’è un continuo alternarsi di linguaggi, caratterizzati da una propria poetica e tecniche differenti, con lo stesso filo conduttore: l’amore per l’Arte. Ad accogliere il visitatore ci sono le opere del Maestro Celiberti con un fraseggio segnico, equiparato ad arcani significati linguistici. Figura di spicco per tutta l’arte del Novecento italiano, premiato alla Biennale di Venezia, presso l’Archivio storico e al Premio Midolini con una menzione d’onore. Si procede con le opere di Claudio Colaone: la particolarità delle sue sculture è data dall’utilizzo di tubi d’alluminio che si espandono nello spazio come fluttuanti sinfonie musicali”. Sono presenti le sculture di Alessandra Aita: dopo la sperimentazione di vari materiali si è lasciata sedurre dal legno con strabilianti sculture antropomorfe tramite l’assemblaggio di scarti di legno recuperati lungo i fiumi. Poi le opere in cemento di Marina Battistella che la portano verso uno studio continuo della materia fino all’acquisizione di una personale cifra espressiva. Marco Ciani porta una sua ricerca personale che parte dall’astrattismo per arrivare a scomporre completamente la realtà creando delle ambivalenze simboliche. A dialogare con loro troviamo tre giovani artisti formati all’Accademia di Belle Arti di Brera, che hanno avuto modo di conoscere il nostro territorio grazie al Premio Midolini. La prima Chiara Crepaldi, che ha avuto modo di perfezionarsi presso la Fonderie de Coubertin frequentando l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts. Le sue sculture in metallo si ispirano al tema delle metamorfosi, quelle dei personaggi ovidiani e della materia che, sfibrandosi, assume forme oniriche ed eterogenee. Mattia Barone, dopo l’esperienza dell’Accademia, si trasferisce a Carrara approfondendo la lavorazione del marmo. Alla mostra Contemporanea presenta una dicotomia tra tele dipinte e sculture di cemento che ricordano delle produzioni primordiali. Infine Leonardo Fenu, a Palmanova presenta la serie Saxum che si prefigge, attraverso le sperimentazioni plastiche, il ritorno di questo materiale all’idea magmatica e primordiale dello stesso. Elena Clelia Budai presenta sculture velate da materie plastiche e guaine bituminose che fanno parte del nostro quotidiano. Materia che diventa opera palesandosi in nuove prospettive dimensionali. Si distingue Lunazzi Luciano, artista friulano che ha viaggiato nei vari continenti cominciando a dipingere autodidatta a 42 anni. La sua particolarità si evince dalla rielaborazione di cartoni recuperati per strada, sui quali riversa un folklore urbano raccolto nei suoi viaggi, esprime un chiaro concetto di Libertà. Il percorso di Carla Benedetti ci lascia con la fragilità dell’uomo colta in un magistrale dipinto a olio e chiude “L’Ora Sesta” di Carlo Stragapede che interpreta, nel XXX° Canto della Divina Commedia, “Beatrice” essenza della redenzione.