Pari opportunità: Celotti (Pd), destra lontana da linguaggio di genere
«Nonostante quanto accaduto a livello nazionale, dove la Lega si è rimangiata una proposta di legge indecente, in Fvg si persevera in maniera ottusa a calpestare il riconoscimento delle pari opportunità attraverso il linguaggio di genere». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) a margine del dibattito in Aula durante il quale l’esponente dem ha contestato al vicepresidente del Consiglio, Stefano Mazzolini, l’utilizzo del maschile rivolgendosi alle consigliere.
«È assolutamente irrispettoso, dal momento in cui una consigliera chiede di essere chiamata al femminile, che si perseveri nell’utilizzare i termini al maschile. E se a livello nazionale ci sono stati passi indietro sulla vergognosa proposta di legge leghista che vietava espressioni femminili come “sindaca”, “questora”, “avvocatessa” e “rettrice” negli atti pubblici, cosa stigmatizzata anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Fvg ci sono ancora esponenti della destra che proprio non ce la fanno a fare un passo avanti culturale» afferma Celotti annunciando una missiva ufficiale al presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin e alla presidente della Commissione regionale pari opportunità, Dusolina Marcolin, «perché è stato un uso inaccettabile del ruolo di presidente dell’Aula, con commenti fuori luogo e un uso arbitrario e censurabile del potere di gestione dei lavori d’Aula. Dispiace ancora di più perché questo atteggiamento di un singolo cozza con un atteggiamento generale, anche del centrosinistra, che, va detto, nei fatti se non nelle posizioni politiche, è solitamente più rispettoso del linguaggio di genere».
«Una “a” al posto di una “o” non può essere considerato un esercizio di stile o un’inutile perdita di tempo a dispetto di cose “più importanti”, come qualcuno ha insinuato anche fuori dall’Aula. Si tratta della punta di un iceberg – conclude Celotti – che riguarda un necessario cambiamento culturale che in passato ha riguardato il riconoscimento di diritti a favore delle donne e che oggi riguarda altri importati risultati che ancora il nostro Paese non ha raggiunto».