“Parti chiusi” a Palmanova, Riccardi in piena giravolta con il suo passato decide di chiudere il punto nascita. Il sindaco Martines annuncia battaglia giudiziaria

Alla fine dopo un teatrino durato settimane la maggioranza regionale di centrodestra ha comunicato quanto in realtà era deciso da tempo, da mesi. Questa mattina il dado è stato tratto e Riccardi & c hanno “partorito” l’ufficialità della decisione. Il punto nascita di Palmanova verrà chiuso e si sposterà a Latisana. Ovviamente come nelle migliori tradizioni del politicamente melmoso oltre all’emedamento alla legge “omnibus” che stabilisce lo spostamento del punto nascita, sarebbe stato anche depositato anche un ordine del giorno, quindi poco più che “fuffa” che impegna la giunta, in occasione della legge fantasma che entro fine anno ridisegnerà la programmazione sanitaria del Friuli Venezia Giulia, a potenziare l’ospedale di Palmanova. In teoria, perchè come è noto dagli annunci ai fatti il mare è grande, come contropartita l’ospedale palmarino doverebbe diventare punto di riferimento per la chirurgia ortopedica e protesica, per quella mammaria e perchè no, anche per l’oculistica.
Intanto da Palmanova suonano i tamburi di guerra, e il sindaco Francesco Martines giura che la battaglia non è conclsa minacciando un livello giudiziario prossimo venturo. Per farlo Martines brandisce addirittura un “documento segreto”.
Spiga in una nota l’esponente del Pd che Tondo e Riccardi decisero la chiusura di Latisana e Gorizia già nel 2012 pwe poi evidentemente ora cambiare opinione in ossequio ai desiderata leghisti.
È infatti datata novembre 2012, la generalità 1755 nella quale la Giunta Regionale, quella volta guidata da Renzo Tondo e, con assessore Riccardo Riccardi eterno vice, ordinava alla Direzione centrale salute di “sospendere le attività dei Punti nascita (degenze ordinarie di Ostetricia, Pediatria, Neonatologia e attività di sala parto) degli ospedali di Latisana e di Gorizia: strutture con numero di parti inferiore a 500/anno e che non rispettano alcuni standard essenziali per garantire l’attività dei Punti nascita in sicurezza”. Un documento che derivava da una precedente delibera di Giunta Regionale (numero 1083 del 15 giugno 2012), nella quale, recependo le indicazioni del decreto Balduzzi e dell’accordo Stato-Regione, si approvavano le linee guida per la razionalizzazione dei punti nascita regionali e si dava mandato alla Direzione centrale salute di provvedere alla chiusura di quelli sotto ai 500 nati per annualità. “Dopo tante ricerche, spiega il sindaco di Palmanova, abbiamo scovato il documento segreto che inchioda Riccardi, e il centrodestra, alle loro responsabilità. Chiederò personalmente l’accesso agli atti per averne copia ufficiale. Fu lui e la Giunta Tondo, nel 2012, a voler chiudere il Punto Nascita di Latisana (oltre a Gorizia): è giusto che nella Bassa friulana tutti lo sappiano. Lo stesso Riccardi che ora, per far piacere alla Lega e per soddisfare una precisa promessa elettorale, cambia idea, vuole riaprirlo e fare marcia indietro, per giunta in un contesto di calo delle nascita del 20% e dove Palmanova è l’unico (assieme a Pordenone) ad essere in controntendenza con un +6%. Come si può pensare di chiuderlo? Qui non stiamo parlando di qualità e sicurezza ma di giochetti politici sulla salute delle persone” commenta il Sindaco di Palmanova Francesco Martines. Che aggiunge: “Se decideranno la chiusura, faremo ricorso al TAR e anche questi documenti ufficiali entreranno nel fascicolo. E saranno determinanti. La stessa coalizione politica che ha deciso di chiudere Latisana, qualche anno dopo, la vuole riaprire, contro la indicazioni di legge e contro gli stessi atti da loro approvati. Lo stesso Riccardi che ha dichiarato, la scorsa settimana a Pordenone, che i Punti nascita d’eccellenza in regione sono il Burlo e Palmanova. Chiederò ai nostri legali di valutare anche la possibilità di danno erariale, in virtù del fatto che in questi anni a Palmanova sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per rifare delle sale parto che sono il fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario regionale”.