Patto per l’Autonomia: «Friuli ancora sotto attacco della Giunta, associazioni a rischio sopravvivenza» Si chiede uno stop alla legge che umilia il friulano
Una legge da fermare, frutto di un lavoro frettoloso, che pregiudica la sopravvivenza di una parte degli enti che svolgono un’attività di qualità continua sul territorio regionale per la promozione e la diffusione della lingua friulana, riconosciuti come tali dalla norma esistente. Lo evidenziano il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, e il consigliere del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli al termine della discussione odierna, in V Commissione, del disegno di legge n. 68 “Disposizioni per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche slovena, friulana e tedesca del Friuli-Venezia Giulia” che interviene, per iniziativa della Giunta regionale, sulle leggi regionali che tutelano le singole minoranze, modificandole in diversi passaggi.
«Con questa legge si privano di finanziamenti stabili associazioni che da decenni si impegnano, in molteplici ambiti, per la diffusione della lingua e della cultura friulane, compresa l’Associazione “Glesie Furlane”, che ha prodotto la traduzione della Bibbia e del Lezionario, e predisposto il Messale Romano (in attesa di approvazione), e la Clape di Culture “Patrie dal Friûl”, che diffonde lo storico periodico “La Patrie dal Friûl”, l’unica realtà legata a una continuità storica (la fondazione risale al 1946) sui temi dell’informazione in lingua friulana», osserva Moretuzzo. In pratica, «rischiano di sparire realtà che hanno fatto la storia del Friuli ancor prima che nascesse la Regione», afferma il consigliere Bidoli. «Abbiamo chiesto lo stralcio degli articoli che riguardano la minoranza friulana – continua Moretuzzo –: non si possono discutere questi temi in modo così approssimativo, convocando il venerdì le associazioni per le audizioni del lunedì. Ma, fatto ancor più grave, non possiamo concepire che la Giunta non abbia valutato come opportuna l’acquisizione del parere dell’Assemblea della Comunità linguistica friulana (che riunisce ben 119 Comuni friulanofoni), parere che invece verrà acquisito solo lunedì prossimo, proprio grazie a una specifica richiesta avanzata oggi da noi consiglieri del Patto e dal consigliere Gabrovec. Il fatto, però, che il parere giunga solo il giorno prima della seduta d’Aula in cui verrà discusso il disegno di legge non può che rinforzare la nostra richiesta di rinviare gli articoli sul friulano ad un adeguato approfondimento. Auspichiamo che i consiglieri friulani che siedono sui banchi della maggioranza abbiano per una volta un sussulto di orgoglio e impongano all’assessore Roberti, che evidentemente del Friuli poco conosce e poco gli interessa, uno stop a una legge che ancora una volta umilia il Friuli e i friulani».