Patto per l’Autonomia: «La Regione investe milioni di euro per acquistare 25 autobus a idrogeno, mentre in Europa si rinuncia a questi mezzi»
«Mentre in Europa le città che avevano adottato i mezzi pubblici a idrogeno stanno rivedendo le loro decisioni, la nostra Regione pensa bene di acquistare 25 autobus a idrogeno. Una scelta che non tiene conto delle pesanti criticità legate alla filiera dell’idrogeno, che lo rende tra i meno efficienti e sostenibili per il settore dei trasporti urbani». Così la consigliera regionale del Gruppo Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Giulia Massolino che, insieme ai colleghi Massimo Moretuzzo e Marco Putto, alla vigilia dell’audizione sulla valle dell’idrogeno transfrontaliera, ha presentato un’interpellanza all’assessora alle Infrastrutture Cristina Amirante riguardo il rinnovo parziale dei mezzi di trasporto pubblico anche attraverso l’acquisto di mezzi a idrogeno.
«Non essendoci in regione gasdotti dedicati, è presumibile che l’idrogeno verrebbe trasportato tramite autocarri corredati di serbatoio criogenico oppure carri bombola con idrogeno compresso. Tale trasporto non è vantaggioso né da un punto di vista ambientale, né economico, né in termini di sicurezza per gli autisti stessi oltre che per tutti gli altri utenti della strada che circolano insieme a tali mezzi. C’è poi da tenere conto del costo delle batterie e delle celle a combustibile, del consumo di acqua dolce per la produzione dell’idrogeno stesso (fino a novemila litri per tonnellata di idrogeno) – spiega Massolino –. Mentre noi prendiamo questa decisione in Germania la compagnia ferroviaria statale ha rinunciato a un progetto simile dopo dieci anni di studi che hanno evidenziato come i treni a idrogeno possano arrivare a costare fino all’80% in più di quelli elettrici o a batteria, ma anche in Francia Montpellier ha cancellato il suo piano di acquistare 51 autobus a idrogeno dopo aver valutato i costi annuali e nel Regno Unito, a Glasgow, dove si intendeva acquistare 19 veicoli per la raccolta dei rifiuti alimentati a idrogeno, è stato lo stesso fornitore ad annullare gli accordi per difficoltà con la tecnologia, costi di produzione e mancanza di sufficiente produzione di idrogeno verde».
L’interpellanza presentata chiede all’assessora Amirante quali siano gli studi che hanno portato alla decisione di acquistare i 25 mezzi a idrogeno e quali accordi siano già stati presi e infine, considerati costi, le difficoltà di approvvigionamento della materia prima e le esperienze di altre città e Paesi, se si intenda desistere dall’acquisto di tali mezzi.