Patto per l’Autonomia, sul tema energia la nostra Regione dovrebbe fare la propria parte
«Il rincaro dei costi del comparto energetico desta enorme preoccupazione per le famiglie, le imprese e il sistema degli enti locali del Friuli-Venezia Giulia» così si esprime il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia, Giampaolo Bidoli, alla conclusione della seduta della seconda commissione consiliare di oggi (11 febbraio, ndr) convocata per l’audizione di una serie di soggetti in ordine al tema del “caro bollette”.
«La situazione attuale – prosegue il consigliere – rileva un enorme ritardo a diversi livelli, non ultimo quello regionale: se da un lato è corretto pensare a serie politiche sul lungo periodo, immaginando da subito la strada da intraprendere (e, in questo senso, ricerca, innovazione e nuove tecnologie saranno strumenti chiave), dall’altro è necessario anche affrontare la situazione contingente rispetto alla quale stiamo scontando la miopia che ha caratterizzato l’azione politica regionale e statale di questi ultimi decenni». Bidoli prosegue osservando che, nella piena consapevolezza del fatto che l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili non è sufficiente a soddisfare la richiesta, «rileviamo che ben poco si è fatto per incentivare tali pratiche. La riduzione del costo della bolletta passa sicuramente anche attraverso l’efficientamento del comparto abitativo e aziendale, il recupero della dispersione del calore, la produzione e l’accumulo di energia dal fotovoltaico e la gestione di tali risorse in maniera consapevole e condivisa attraverso le comunità energetiche. E la mancanza di visioni di ampio respiro da parte della politica si vede anche laddove non si vanno a ricercare le caratteristiche che rendono virtuose ed efficienti alcune realtà locali; in tal senso sarebbe stato utile ascoltare oggi anche l’esperienza della Cooperativa SECAB che da oltre 100 anni produce, da fonti rinnovabili, e distribuisce energia elettrica per l’industria e il consumo privato. Un modello mutualistico che dovrebbe essere preso come modello, anche e soprattutto in un momento come quello attuale in cui a fronte di disponibilità di risorse sarebbe utile avviare un vero cambio dei paradigmi».
«Non possiamo ignorare – conclude Bidoli – gli obiettivi condivisi a livello europeo che, nell’ambito della transizione ecologica, ci pongono sfide importanti, quali per esempio il raggiungimento della neutralità climatica, l’azzeramento dell’inquinamento e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Purtroppo però ancor oggi, secondo alcuni, la strada da seguire passa dalla partecipazione regionale all’interno del progetto nucleare di Krsko. La logica del “profitto ad ogni costo” ha fatto il suo tempo e ora è necessario accantonarla capendo che vanno adottati nuovi modelli socio-economici con urgenza e senza perdere ulteriore tempo: ne va del futuro della nostra terra».