Piano energetico regionale, la posizione delle opposizioni e il loro voto contrario

Gruppo Pd, attenzione su contributi ma non strategia

«Presentato in maniera frettolosa, senza lasciare il tempo che meriterebbe un argomento così importante e delicato, il Piano energetico regionale lascia trasparire tutta l’enfasi del centrodestra per la futura attivazione di nuove linee contributive, senza esplicitare in modo definito la futura strategia di sistema territoriale regionale, senza la necessaria attenzione per le fasce deboli che rischiano di restare escluse dalla transizione energetica a causa dei rilevanti costi economici». Lo affermano i consiglieri regionali Andrea Carli, Massimiliano Pozzo, Nicola Conficoni e Massimo Mentil a margine dell’illustrazione e votazione, in 4ª commissione, del piano energetico regionale sul quale il Pd ha espresso voto contrario. «Il piano presenta obiettivi ambiziosi che traguardano alla decarbonizzazione per il 2045, un documento corposo e articolato, quello realizzato dalla direzione Ambiente sul quale mancano però alcune fondamentali risposte di carattere politico da parte dell’assessore Scoccimarro. Rimangono certamente numerosi interrogativi su temi “caldi” come l’uso dell’energia nucleare per la produzione di idrogeno, o sul tema dei termovalorizzatori (non si farà a Trieste)». Da parte nostra, affermano i consiglieri del Pd, «c’era sicuramente l’esigenza di approfondire un argomento così delicato, per capire, tra l’altro, i tempi e i modi attraverso cui contrastare la povertà energetica, dal momento che ancora una volta in assestamento il centrodestra ha negato la necessità di garantire i contributi per gli impianti fotovoltaici anche alle famiglie che non possono anticipare l’intera somma per l’installazione di impianti fotovoltaici. È mancato il tempo per approfondire quali saranno i tempi e i modi per la riduzione dei consumi della pubblica amministrazione, dei privati e delle imprese, in particolare per quanto riguarda le grandi imprese energivore e le case popolari». E ancora, continuano i consiglieri dem, «non ci sono state risposte adeguate rispetto all’esigenza di perseguire un’adeguata analisi costi-benefici tra la produzione energetica del cosiddetto “agrivoltaico” e il mantenimento dell’equilibrio di un’adeguata superficie coltivata per garantire anche la necessaria sicurezza alimentare al pari di quella energetica. Nessun approfondimento, inoltre, sul tema fondamentale dell’utilizzo prioritario delle superfici disponibili (come i tetti) al fine di non perpetrare ulteriore consumo di suolo, come nel caso dell’agrivoltaico». E ancora, «serviva la definizione di un concreto piano di investimenti, attraverso l’esplicitazione delle somme (e relativi obiettivi) da stanziare nel prossimo triennio, già a partire dal prossimo assestamento autunnale: in questo modo si darebbe immediata consistenza all’attuazione del Piano, che richiederà consistenti risorse economiche, ora disponibili e in futuro chissà».

Piano energetico regionale. Patto per L’Autonomia: «Troppe criticità su idrogeno, trasporti e biomasse e poca progettualità..»

Il gruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG motiva il suo voto contrario al piano energetico regionale in esame oggi nella IV Commissione.  «Abbiamo esaminato il piano energetico regionale e non lo possiamo valutare positivamente – spiega Giulia Massolino -.  Innanzitutto un problema di visione: il tema dell’impossibilità della crescita infinita, così come la democratizzazione dell’energia, e la conseguente profonda trasformazione politica e organizzativa, non vengono sostanzialmente affrontati.  Ma anche una questione metodologica: porre la scadenza per le osservazioni pubbliche al 19 agosto non è un fulgido esempio di stimolo alla partecipazione». Nello specifico delle azioni, secondo la consigliera: «L’investimento per l’efficientamento energetico, che dovrebbe essere la priorità, è troppo basso rispetto agli altri: si prevedono 490 milioni di euro, di cui 270 pubblici, mentre sulle biomasse se ne prevedono addirittura 400 di cui 331 pubblici. Di questi, 280 milioni di euro sono quelli previsti per costruire strade camionabili per disboscare il nostro territorio. Una scelta anacronistica, tanto più se non vi sono piani esplicitati per il teleriscaldamento. Inoltre, le zone adatte alla produzione di legna da ardere in FVG sono già infrastrutturate, e dobbiamo fare i conti con un territorio ad alto rischio idrogeologico. Assurdo poi come il piano abdichi a un protagonismo regionale nella decarbonizzazione dei trasporti con la mobilità dolce, la cui responsabilità viene demandata solamente ai Comuni, quando le azioni da poter mettere in campo dall’Amministrazione regionale sarebbero moltissime». «La parte riguardante l’idrogeno è portata avanti in modo assolutamente acritico, senza mai menzionare gli oggettivi problemi di inefficienza, costo, pericolosità, consumo d’acqua e difficoltà di distribuzione, oltre al gigantesco elefante nella stanza dell’eventuale produzione con fonti non rinnovabili, dal nucleare di Krško all’inceneritore – conclude Massolino -. L’idrogeno è venduto come bacchetta magica per risolvere tutti i nostri problemi garantendo appunto quel paradigma impossibile della crescita infinita. E si arriva ad assurdità come quella delle biciclette a idrogeno, presentate la scorsa settimana dagli assessori Scoccimarro e Amirante, quando le biciclette a pedalata assistita a normale batteria già esistono, funzionano, sono ricaricabili ovunque e hanno pari se non superiore autonomia. Un abbaglio ingiustificabile, che sembrerebbe quasi un pesce d’aprile se non fossimo a luglio».

Alleanza Verdi e Sinistra su Piano energetico: Criticità molteplici, tra cui binomio energia-ambiente, nucleare, idroelettrico, cooperazione transfrontaliera

“Molto difficile leggere con chiarezza la declinazione concreta dei pur condivisibili indirizzi del Piano energetico regionale, discusso oggi in IV Commissione senza che riuscissi a convincermi di poter esprimere un parere favorevole.”
Lo dichiara la consigliera regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, vicepresidente della IV Commissione, che ha evidenziato alcune delle criticità del nuovo PER, soprattutto per quel che riguarda l’effettiva coerenza tra l’architettura energetica che deve stare dentro il contesto, di rango costituzionale,  della tutela ecologica, priorità di rango costituzionale, e intrecciarsi in ogni sua parte ad una effettiva strategia per il contrasto al cambiamento climatico, trasversale tra i territori, le produzioni, le attività.

Spiega la consigliera Pellegrino: “Spicca nella scrittura del PER l’inesistenza di vincoli espressi, che sono una delle forti e significative caratterizzazioni della capacità operativa di un indirizzo politico. Ad esempio sulla questione del nucleare il PER si mantiene silente, anche a proposito della produzione dell’idrogeno: ritengo che andrebbe dichiarato che intenzioni abbiamo sul nucleare, e non solo perché in Italia ci sono stati due referendum che hanno detto NO all’energia dall’atomo, ma semplicemente perché non dirlo è una condotta manifestamente ipocrita e noi siamo debitori ai cittadini di trasparenza e chiarezza politica.”
Insiste Pellegrino: manca chiarezza di intenti anche sull’idroelettrico. Spiego con un esempio: là dove si parla di nuova capacità produttiva energetica dai rilasci degli invasi a scopo irriguo era necessario inserire collegamenti espliciti con i Piani e i progetti dei Consorzi di Bonifica, mentre nella pratica invece  – come stiamo vedendo a proposito della regimentazione delle acque del fiume Isonzo o dello sfruttamento del Lago di Cavazzo – si procede a tentoni, senza trasparenza e con molta difficoltà a far partecipare i cittadini e le associazioni. E’ ben vero che l’assessore Scoccimarro ha incastonato nel suo intervento l’imperativo non rovinare il corso dei fiumi, ma come starsene tranquilli visto che lo stesso assessore è convinto che non c’è il rischio, da calcolare come costo ambientale, di inquinamento del suolo e delle acque sotterranee nelle pratiche di manutenzione dei campi fotovoltaici perché l’impiego del glifosate è vietato. Se ci fosse una norma che proibisse i diserbanti chimici per la manutenzione dei campi fotovoltaici, sarebbe una innovazione rivoluzionaria.”
“ Insufficiente – conclude Pellegrino – anche l’attenzione del PER per le questioni transfrontaliere, tali da coniugare assieme energia e clima, così come assenti nelle oltre 350 pagine del testo sottoposto a parere di valutazioni misurabili sull’attuazione da parte dei Comuni dei Piani conseguenti al Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, così da leggere l’efficacia reale delle inversioni di tendenza realizzati dagli enti locali negli sprechi energetici e nell’impatto ambientale, e commisurare in maniera adeguata le risorse pubbliche necessarie al raggiungimento degli obiettivi europei di neutralità climatica attraverso il contenimento dei consumi e la riduzione delle emissioni di CO2.”

 

Piano energetico. Honsell (Open fvg): documento sottostimato per risorse
“In Commissione Ambiente del Consiglio regionale è stato discusso il Piano Energetico. Come Open Sinistra Fvg abbiamo espresso parere contrario. Gli obiettivi ambiziosi del Piano nazionale di decarbonizzazione ed efficientamento energetico non sembrano raggiungibili sulla base del piano regionale presentato. Il Piano Energetico regionale (Per) è decisamente sotto finanziato ed è, a nostro avviso, in una fase ancora embrionale per quel che concerne le azioni”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Furio Honsell di Open Sinistra Fvg, a margine della IV Commissione. “Ad esempio – spiega Honsell – da qui al 2030 si prevede di investire solamente un miliardo, ma si vogliono abbattere del 50% le emissioni nette di gas climalteranti. Per l’efficientamento degli immobili pubblici si prevede di investire solo 8 milioni e invece continueranno gli incentivi per i consumi di combustibili fossili che, ricordiamo, ammontano ad oltre 300 milioni nel quinquennio”.
“Il documento, seppure ricco di informazioni, in verità spesso non omogenee, cosa che va a discapito della chiarezza – prosegue l’esponente di Centrosinistra – appare però più come un adempimento, al quale sono aggiunti tanti auspici”. “Manca una vera analisi quantitativa di come le azioni contribuiscono all’efficientamento e alla riduzione di gas serra. Riteniamo tale piano – conclude Honsell – del tutto insufficiente dopo 6 anni di amministrazione Fedriga”.

Capozzi M5S: “Piano Energetico scritto in fretta e furia, ma soprattutto in ritardo”
“Tutti sappiamo che la decarbonizzazione ci impone di raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Europa e recepiti dal Governo nazionale. Il Friuli Venezia Giulia deve raggiunge, quasi, 2 gw di potenza installata di fonti di energia rinnovabile entro il 2030, ma dal piano è dimostrato che non sono necessarie, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ulteriori autorizzazioni di parchi fotovoltaici a terra ”
“Con i dati messi a disposizione, recentissimi ed aggiornati a marzo 2024, possiamo dire che solo con il fotovoltaico derivante da impianti già installati, quelli autorizzati e quelli in fase di autorizzazione, abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati, non solo al 2024 ma anche al 2023 per la nostra Regione. Abbiamo evidenziato come il PER tenga conto di soli 2 impianti di potenza superiore ai 10MW (pari a 24 MW), trascurando la lunga lista che abbiamo reso nota di impianti che nella sola provincia di Udine sono una trentina tra parchi foto e agro voltaici di potenza superiore ai 4 mw.
“A questi dovrebbero aggiungersi una buona parte degli impianti installati e beneficiari del bonus fotovoltaico regionale (23 mila domande soddisfatte in tutto) e del superbonus 13 mila edifici che hanno installato un impianto (tra questi 2617 condomini che da soli avranno attivato impianti per qualche centinaio di MW. Tutto questo a dimostrazione che non sono necessari ulteriori parchi a terra per la nostra indipendenza energetica,”.
“Da un piano energetico regionale ci aspettavamo una visione più lungimirante, di scelte politiche consapevoli e non di mera esecuzione amministrativa, quello che abbiamo trovato è un Piano che doveva esser aggiornato tre anni fa, scritto di fretta, talmente di fretta da evidenziare come nella nostra Regione ci siano ben cinque province. Non abbiamo capito se si tratti di un refuso o di un messaggio di Fedriga per la prossima riforma degli Enti Locali, in ogni caso ci fa capire solo che il piano sia stato scritto velocemente e non sia nemmeno stato letto da chi l’ha approvato in Giunta”.

 

Energia: Scoccimarro, nuovo Piano è chiave per cambiamento reale