Pnrr: Riccardi Dux della salute. Per fare bene e presto chiede regole straordinarie
Lascia abbastanza interdetti che le dichiarazioni espresse ieri dall’assessore con delega alla salute Riccardo Riccardi nel corso di un convegno non abbiano suscitato reazioni. Secondo Riccardi “Per affrontare la fase del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativa alla sanità, usando al meglio e in tempi rapidi le risorse erogate, c’è bisogno di una legislazione straordinaria, che introduca criteri di semplificazione e di snellimento dei procedimenti. Esattamente come è stato fatto con la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, che senza le deroghe alla normativa e la nomina di un commissario sarebbe ancora fermo alla progettazione”. Sembrerebbe una dichiarazione inoffensiva ed invece, guardando al passato dell’assessore nasconde la convinzione che per far funzionare le cose bisogna avere mano libera. Del resto di gestioni commissariali e delle opportunità anche personali che quel ruolo offre, Riccardi se ne intende. Come ci si potrà ricordare, tutta la partita terza corsia autostradale è passata attraverso una gestione alla quale Riccardi non è stato estraneo, lui gestore, altri in tempi diversi, “utili idioti”. Un colossale giro di appalti e lavori che ancora oggi lascia aperte perplessità a vari livelli, giudiziari compresi. Certo la terza corsia è una realtà ma a quali costi per la corretta applicazione delle regole? Resta di fondo poi la domanda: chi ci ha straguadagnato dall’allentamento “commissariale” delle buone regole di gestione di lavori e appalti? E’ evidente che il lupo perde il pelo ma non il vizio e che per Riccardi il modello “terza corsia” sarebbe la nuova frontiera delle opportunità anche per la sanità. Del resto quanto affermato dall’assessore, collegato in videoconferenza, nel corso del convegno ‘Ssn Revolution – Dal Mondo globale alla realtà locale, la riorganizzazione necessaria’ organizzato nell’ambito della Summer school 2021 di ‘Motore Sanità’, non lasca adito a dubbi dato che Riccardi, forte evidentemente della sensazione di impunità politica che ritiene di avere, esprime i concetti con sfacciata trasparenza. Spiega infatti l’ineffabile assessore: “anche nel processo decisionale riguardante la sanità la politica deve riacquistare più autorevolezza e maggior coraggio nelle scelte. Giusto, infatti, garantire partecipazione e ascolto a tutti gli attori del sistema: dalle organizzazioni sindacali a quelle di categoria; ma alla fine bisogna saper decidere”. Insomma il metodo che lui sta attuando ormai da anni, ascoltare con le orecchie tappate e fare come gli pare. Solo così infatti, secondo il rappresentante dell’Esecutivo regionale, ci spiega senza imbarazzi l’agenzia di stampa della giunta Fvg ARC, potrà essere possibile attuare quei cambiamenti che riguardano alcuni temi strategici, quali: il rafforzamento delle strutture territoriali, le complicazioni (come ad esempio il numero chiuso nelle università) del percorso di abilitazione professionale per i medici, il rapporto tra il Sistema sanitario regionale e i medici di medicina generale e, infine, il ruolo dei privati in un’ottica di collaborazione con il servizio pubblico”. E’ evidente che l’ultimo punto è quello che di più sta a cuore a Riccardi che, come raccontano fatti e atti, sta già operando spregiudicatamente in questo modo. “Come ha sottolineato l’assessore, ci racconta ancora ARC, l’occasione offerta da questo particolare momento storico rappresenta l’ultima opportunità per ristrutturare la sanità, coerentemente a una contemporaneità nella quale si vive di più rispetto al passato. Da qui l’esigenza di riformare il sistema, in particolare per curare meglio le cronicità derivanti dall’aumento dell’aspettativa di vita”. Insomma a voler leggere maliziosamente il pensiero occulto che sta dietro a tutto c’è la convinzione che il sistema sanitario pubblico non sia in crisi perché negli anni è stato privato di risorse economiche ed umane in nome di una teoria del risparmio che lasciva risorse ad altri capitoli più politicamente “opportuni”, ma al fatto che gli italiani si ostinano ad essere attaccati alla vita. Così con la pandemia che ha messo allo scoperto le criticità del sistema, non rimane che recuperare risorse per amici, occasione ghiotta per chiedere più potere e ovviamente potere senza controllo democratico o nella migliore delle ipotesi con regole allentate.
Fabio Folisi