Poesie demodeiste di Lucrezia Lombardo e Laura Altamura

La Senne
Le otto estive,
un boulevard di Parigi.
Tutto è sogno.
Ideali,
romantici persino i marciapiedi.
Vita da intellettuali
doverosamente poveri,
artisti che vendono utopie:
la bolla del gioco,
stornelli e fisarmoniche.
Si, si,
avevi ragione,
la vita mia con te ogni giorno.
Un fiore sul tavolo,
musiche serali.
La Senna,
il rammarico.
Canti dove non arriva il mondo
sotto al battello muto.
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Caos
La vita
in una sfera di cristallo
dove la neve non s’arresta:
un canale perduto
tra le stelle senza meta
come la forza caotica
della giovinezza
che odia persino amando.

Lucrezia Lombardo

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Mi dici danza
scart e isolante
in circuito chiuso

in quella stanza
guaina e corrente
cinghie e sopruso

Sto ferma avanza
di cavi un trefolo
mente in disuso
disse l’oracolo

Laura Altamura

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Campo di guerra, ferite animali
piani in battuta d’ombra arsi
geometrici scheletrici segnali
di lapilli e morte cosparsi

il male obnubila di gas serra l’utero della Madre nel fuoco ritorta
la radice a far scudo di mano feroce
crepe infinite spirali di croci

Non vedi? – guarda- mi credi?
Quel punto tenace all’impiedi?

È il Piccolo Uomo cucito adeso
all’ ultimo seme, decidua placenta
a infiorare di visioni sospese
gli occhi di natura sgomenta

Laura Altamura