Pordenone Docs Fest rende omaggio al cinema documentario femminista italiano con una retrospettiva

Pordenone Docs Fest dal 29 marzo al 2 aprile 2023 mette in scena una retrospettiva dal titolo “Alle origini del documentario femminista italiano” attraverso le opere di Annabella Miscuglio, Adriana Monti, Rosalia Polizzi e Isabella Bruno. “Quali sono i film che hanno documentato con più forza la storia, il pensiero, le azioni del movimento femminista italiano? Quale estetica e quale politica erano in gioco post ’68? Come si sono articolate le forme del cinema del reale con le esigenze della propaganda, le idee della teoria con i bisogni materiali della prassi filmica? La retrospettiva che proponiamo in questa XVI edizione è dedicata, tra gli altri, anche ai documentari firmati da Annabella Miscuglio, Adriana Monti, Rosalia Polizzi e Isabella Bruno: opere seminali che rappresentano i primi passi fondamentali di una battaglia culturale ancora aperta”.

Tra i film in programma nella retrospettiva
L’aggettivo donna di Collettivo femminista cinema di Roma (Italia 1971, 54’): è considerato il primo film femminista italiano e mette a fuoco alcuni temi fondamentali come il lavoro, la famiglia, la sessualità, l’aborto, l’educazione.
I fantasmi del fallo di Maria Grazia Belmonti, Annabella Miscuglio, Rony Daopoulo (Italia 1981, 54’) realizzato sul set di un film porno, ne documenta le produzione e indaga i rituali e i feticci di una sessualità codificata.
Scuola senza fine di Adriana Monti (Italia 1979-1983, 36’): un film polifonico sull’emancipazione, la trasmissione del sapere e l’aiuto reciproco.
Non ci regalano niente di Rosalia Polizzi (Italia 1977,16′): tre generazioni di lotte nelle testimonianze di Evelina (79 anni, casalinga), Grazia (32 anni, impiegata) e Simonetta (24 anni, segretaria giudiziaria).
È solo a noi che sta la decisione di Isabella Bruno (Italia 1976, 34’): nel pieno del dibattito sull’aborto, un pamphlet contro l’ipocrisia e la violenza di chi si oppone alla libertà di scelta delle donne.