Pordenone in piazza contro i nuovi decreti sicurezza. Sono mostruosi e pericolosi per i diritti civili delle persone. Mira a lasciare mano libera al potere

Pordenone tanti in piazza ieri contro il DDL Sicurezza che aggiunge nuovi reati e inasprisce pene. Si tratta di una ulteriore svolta senza alcun dubbio di populistica matrice securitaria e illiberale. Sono infatti circa trenta le modifiche al Codice penale introdotte: 20 i nuovi reati previsti e pene inasprite per quelli già esistenti. Ciome è noto il nuovo Decreto sicurezza è stato approvato dalla Camera il 18 settembre scorso e ora passa all’esame del Senato, ma visti i rapporti di forza tranne poco probabili sorprese è facile prevedere che il decreto vedrà la luce. Per chi è sceso in piazza a Pordenone, ma più in generale per le forze d’opposizione e non solo politiche al govero meloni, il nuovo DDL o mira a reprimere qualsiasi forma di dissenso e mette in discussione diritti costituzionali fondamentali, tanto che gia oggi è facile prevere che alcuni provvedimneti possano essere impugnati dinnazi alla Corte costituzionali e forse non vedere la firma del Presidente della Repubblica.
Anche le forze sondacali sono preoccupate e fabnno presente come alcune decisioni contenute nel decreto rischiano di acutuzzare comflitti sociali. Basti pensare che i blocchi stradali, ancjhe quelli orgnaizzati da lavoratori in lotta per il proprio posto di lavoro utili per smuovre l’opinione pubblica, potrebbero diventare reati con pene fino a due anni di reclusione, e pene fino a vent’anni per chi protesta nei CPR e nelle carceri anche in maniera incruenta, tanto che il decreto è stato soprannominato anti Gandhi con riferimento alla lotta non violenta. In sostanza si criminalizzano le proteste pacifiche, con aggravanti per chi si oppone alla costruzione di grandi opere pubbliche, leggi fra le righe “Ponte sulla Stretto di Messina” . Alla manifestazione oltre a semplici cittadini ed esponenti politici erano presenti i sindacati UIL e CGIL, ma anche rappresentanti dell’ANPI e dell’ANED. Come accennato molte delle norme del DDL 1660 sono considerate in contrasto con alcuni articoli della Costituzione tanto gli avvocati penalisti hanno già indetto uno sciopero per i giorni 4, 5 e 6 novembre prossimi.
Da registre una nota stampa di Open Sinistra FVG che ha speìcificato di aver partecipato alla Manifestazione. “Abbiamo preso la parola davanti alla Prefettura, ha scritto il Consigliere regionale Furio Honsell, per invitare i cittadini a esprimere la loro contrarietà a questo decreto che mira a reprimere e criminalizzare il dissenso. Il decreto punisce severamente chi manifesta, anche pacificamente, contro la realizzazione di infrastrutture ritenute strategiche, contro il degrado delle strutture carcerarie o contro la disumanità dei Centri per il Rimpatrio. Proibisce le attività economiche che sfruttano per scopo terapeutico i fiori di canapa. Prevede addirittura il ritiro della cittadinanza in alcuni casi. È un decreto mostruoso e pericoloso per i diritti civili delle persone, che evidentemente mira a lasciare mano libera al potere. Fa prefigurare che il governo Meloni presto approverà norme contro l’interesse generale e pertanto si premunisce varando strumenti repressivi inaccettabili.”

Decreto sicurezza, tassello per imprimere una svolta autoritaria e manettara. Non sicurezza dei cittadini ma criminalizzazione del dissenso