Pordenone: processo alla solidarietà, la posizione di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea
La prime brutte pagine le scrisse il Comune di Pordenone quando lasciò i profughi, che si trovavano in attesa di entrare nel sistema di accoglienza, a dormire nei parchi e nei fossi all’addiaccio. i apre così la nota della Federazione di Pordenone del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. Rifondazione Comunista, si legge, ricorda moto bene la sera del gennaio 2017 che, segnando il termometro -8° gradi sotto zero, decise di aprire la sua sede per accogliere una decina di quei profughi.
Ricorda che li ospitò per due inverni consecutivi e che partecipò a quella catena di solidarietà che si mosse in aiuto dei richiedenti asilo. Ricorda che né quella catena né i numerosi appelli furono sufficienti a smuovere Comune e Prefettura di PN dal rifiuto di aprire un dormitorio che avrebbe potuto permettere ai profughi di non dormire al gelo.
Ricorda anche i raid dei vigili che passavano a “rubare” le coperte ai profughi che dormivano in pieno inverno all’aperto cercando rifugio in giro per la città.
E bene ha fatto chi ha pensato di lenire la morsa del freddo invernale dotando quel rifugio, scelto dai profughi , di un minimo di riparo. Con la denuncia e con l’invio a processo di chi si attivò a vario titolo per aiutare i profughi che dormivano al Bronx oggi si criminalizza la solidarietà e per Pordenone si scrive un’altra brutta pagina.
La Federazione di Rifondazione Comunista a Elisabetta Michielin, Luigina Perosa, Gabriella Labau e ai 9 profughi colpevoli di umanità esprime tutta la propria solidarietà e se, si conclude la nota, essere umani e solidali è un reato allora ad essere colpevoli di questo reato siamo in tanti: processateci tutti!