Poste Italiane spa annuncia chiusure uffici per quarta ondata

Poste Italiane spa annuncia chiusure uffici per quarta ondata… ma è possibile che sia l’unico modello di risposta all’emergenza sanitaria? A denunciarlo è il Sindaco  di Valvasone Arzene Markus Maurmair che ha preso carta e penna e scritto a Poste Italiane spa ed in particolare al Condirettore Generale Giuseppe Lasco.  “L’evoluzione della situazione epidemiologica nel Paese, scrive Maurmair,  è nota tanto che da quasi due anni siamo in piena emergenza sanitaria e tutte le strutture e aziende pubbliche e private si sono attrezzate per affrontare i problemi causati dagli effetti dei contagi da coronavirus. Spiace ricordare che per noi Sindaci è altrettanto ben chiara la situazione all’esterno degli uffici postali dove osserviamo costantemente lunghe code. Tale evidenza è stata segnalata ripetutamente e a tutte le latitudini d’Italia con lunghe file e in qualsiasi stagione. È oramai anche chiaro che al ripresentarsi delle ondate di contagio Poste Italiane spa ripropone il modello di “tutela della salute sia della clientela che di propri dipendenti” predisponendo la riduzione degli orari e la chiusura degli sportelli meno strategici preavvertendo le amministrazioni comunali con una Sua comunicazione e affiggendo un avviso all’esterno dell’ufficio postale. Il problema è che tale politica di sicurezza e contenimento dei contagi crea un doppio grave disagio con un’implicita minaccia per la salute dei cittadini, soprattutto della fascia più debole della popolazione, gli anziani. Il primo disagio è che a causa della chiusura temporanea, in genere non meno di qualche settimana se non alcuni mesi, si induce l’utenza a concentrarsi ancor di più all’esterno degli uffici postali rimasti aperti con pericolo di assembramenti e la certezza, nei mesi più freddi, di prendersi un raffreddore se non peggio e nei mesi più caldi un’insolazione. Il secondo disagio è ancor più grave poiché da alcune riduzioni degli orari non ne siamo più usciti visto che di molti degli sportelli che prima della pandemia garantivano il servizio pomeridiano oramai è rimasto solo il ricordo. Ecco perché, nel mese più freddo dell’anno, ritengo inopportuno rinnovare il modello di chiusura o riduzione degli orari degli uffici postali quando abbiamo un Governo che si sta impegnando per garantire l’apertura di servizi essenziali come le scuole dando così un reale segnale di fiducia nel futuro. Non Le sarà sfuggito il fatto che per sostituire i docenti assenti per contagio o perché ancora indecisi rispetto il vaccino e garantire così la continuità del servizio scolastico lo Stato abbia deciso di ricorrere all’assunzione di giovani neolaureati o studenti. Sarebbe apprezzabile che Poste Italiane spa anziché liquidare la questione della quarta ondata con la chiusura degli uffici si ispirasse a queste modalità operative seguendo l’esempio del Governo: non credo che la politica adottata da Poste Italiane spa strizzi l’occhio ai conti ma forse manca un po’ di programmazione e coraggio. Tanto più che è empiricamente dimostrato dalle code presenti all’esterno degli uffici postali come le misure introdotte finora, quali l’anticipazione dei ratei pensionistici con la predisposizione di un apposito calendario alfabetico per programmare l’accesso agli sportelli, il ritiro da parte dei carabinieri della pensione per alcune categorie di soggetti fragili o la possibilità di prenotare online l’accesso agli uffici, non abbiano risolto il problema. Invece, in ragione della sensibilità dichiarata a prendersi cura della salute degli utenti si rinnova l’invito a installare sportelli automatici che mancano in un rilevante numero di uffici postali: oltre il 40 percento degli sportelli in Italia sono ancora sprovvisti del servizio. Questo investimento, sostenibile alla luce dei lusinghieri risultati di bilancio di Poste Italiane spa, non nascondiamolo, favorito anche dalle centinaia di milioni di euro che lo Stato garantisce annualmente per l’erogazione del servizio universale di recapito della corrispondenza, permetterebbe di ridurre una parte delle code presenti all’esterno degli uffici postali garantendo una fruibilità a 24 ore su 24 anche nei Comuni dove non sono presenti altri operatori”.