Preoccupazione dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) per possibile reclutamento personale infermieristico paesi extra UE
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) è un Ente di diritto Pubblico non Economico che rappresenta l’albo professionale di Infermieri e Infermieri Pediatrici. Una rappresentanza importale per quanto concerne il sistema sanitario che mai come in questi tempi è stato messo alle corde dalla pandemia ma anche da una discutile gestione della sanità regionale che va ricordato in Fvg è completamente autonoma con prerogative superiori a quelle delle altre Regioni a statuto ordinario nonostante. Del resto proprio la pandemia ha messo in rilevo come andrebbe ridiscussa la regionalizzazione della sanità effetto perverso della riforma del Titolo V della Costituzione che ha plasmato venti sistemi sanitari diversi nel paese. Ieri dopo l’intervento del duo Fedriga-Riccardi in tema sanitario gli “OPI” del FVG hanno preso carta e penna scrivendo un comunicato: “Pur comprendendo le motivazioni, scrivono le direzioni Opi, dovute al difficile periodo di pandemia che ha evidenziato in modo chiaro le carenze di personale ed in particolare infermieristico, sono preoccupati per l’introduzione da parte della Regione FVG del possibile reclutamento di personale infermieristico proveniente dai paesi extra UE. Generalmente queste procedure in capo agli Ordini professionali, consentono di verificare puntualmente le condizioni necessarie richieste per espletare la professione infermieristica in Italia. Ipotizzare questa tipologia di accesso nel mondo del lavoro può porre a serio rischio la garanzia del rispetto dei livelli minimi essenziali nell’erogazione di prestazioni specialistiche al cittadino, mettendo a dura prova la tenuta del sistema salute dei nostri territori. Già in passato abbiamo osservato che l’ingresso di infermieri provenienti da altri continenti ha visto la necessità di dover colmare importanti criticità per le barriere linguistiche, tecniche e relazionali e che già in tali periodi avevano fatto emergere le possibili aree di rischio che ora potremmo ripercorrere inspiegabilmente. Abbiamo già contribuito, con le nostre forze ed energie in passato, a formare infermieri stranieri, colmando la loro inesperienza. Molti di questi poi sono tornati nei loro paesi portando in dote livelli formativi e competenze di rilievo che ora sono a beneficio di altri sistemi sanitari. Se tale processo viene attuato direttamente dalle aziende, pubbliche e private della nostra Regione per il tramite di organismi diversi da quelli individuati dal legislatore, appare evidente che manca totalmente il principio di sorveglianza e verifica dei requisiti professionali. Non possiamo permetterci di affidare la sicurezza della salute del cittadino tenendo conto solo e semplicemente di alcune certificazioni asseverate da parte di organismi stranieri, spesso non allineati con i criteri minimi formativi e con gli standard richiesti dalla Comunità europea. Senza dimenticare che potremmo avere seri problemi anche sul piano giuridico qualora si possano verificare spiacevoli situazioni colpose di danno al cittadino. Siamo certi che il problema della carenza di personale non si risolve in tale modo, ne sul piano temporaneo ne su quello definitivo. Per fare questo bisogna assolutamente ripensare l’attuale modello organizzativo lavorativo di riferimento, ormai obsoleto e che ha visto si l’introduzione di molta tecnologia ma sempre più carente sul piano relazionale ed umano assolutamente infungibile. Gli OPI del FVG sono convinti che bisogna ripartire dalla valorizzazione delle competenze già presenti nei nostri territori impostando politiche di gestione delle risorse umane basaste sull’evidenza dei professionisti e delle loro competenze, sull’utilizzo ed implementazione delle buone pratiche assistenziali e l’introduzione di nuovi modelli organizzativi necessari a garantire la sostenibilità del sistema salute della nostra Regione. Vista la particolare attenzione sempre tenuta da parte dell’assessore con delega alla salute del FVG dr. Riccardo Riccardi, chiediamo quindi urgentemente l’apertura di un tavolo permanente di sviluppo e di implementazione di nuovi modelli assistenziali, fra Regione e Ordini professionali che, partendo proprio dai 10.000 infermieri del FVG possa garantire l’apporto necessario degli stessi nella garanzia e nella tutela dei bisogni di salute della popolazione senza ricorrere a colleghi stranieri di cui non abbiamo nessuna garanzia di reale utilizzo”. In serata la consigliera Regionale dei “Cittadini” Simona Liguori ha fatto sapere che chiederà urgentemente l’apertura di un tavolo permanente di sviluppo e implementazione di nuovi modelli assistenziali tra Regione e Ordini professionali, per la consigliera Liguori ha annunciato che presenterà al più presto una mozione in Consiglio regionale.