Presentato il bilancio della Danieli, invitata solo la stampa amica
Questo pomeriggio (20 ottobre) a Buttrio si è svolta una conferenza stampa nella quale il gruppo Danieli ha presentato il bilancio. Al netto del fatto che la nostra testata non è stata invitata, a dimostrazione della natura di non brillanti democratici dei dirigenti Danieli, noi ne parliamo ugualmente perché comunque il bilancio di una delle maggior aziende con sede in Friuli è una notizia. Ci raccontano che nel corso dell’incontro è stato esposto che il gruppo chiude con un utile netto di 243,6 milioni di euro e presenta un margine operativo lordo di 423,9 milioni (+18%). Anche i numerosi rami d’azienda, è stato detto, mostrano buoni fatturati e margini tali da garantire la totale copertura finanziaria degli investimenti fatti e delle ingenti spese di ricerca e sviluppo sostenute. I ricavi operativi ammontano a oltre 4 miliardi (4.102,1 mln) con un +13%. Il portafoglio ordini, per tutto il gruppo, che ammonta al 30 giugno 2023 a 6 miliardi e 200 milioni di euro rispetto a 5 miliardi e 52 milioni al 30 giugno 2022. Tutto perfetto, tutto bello, tutti bravi. Questi comunque sono i numeri che raccontano molto ma non certo tutto. Vi lasciamo gli iperbolici giudizi, sul divino paron per molti già santo in terra, alla lettura della stampa locale (quella si abbondantemente invitata) e che domani siamo certi non lesinerà spazi al padrone che verrà. Tuttavia siamo certi che non troverete la notizia che martedì prossimo presso la Camera dei Deputati verrà presentato un rapporto nel quale verranno svelati alcuni scenari (come si legge nella locandina dell’associazione Italia-Birmania insieme) sui “Silenzi colpevoli. Opacità di una multinazionale e carenze delle istituzioni italiane”. Insomma un rapporto sulla ventennale collaborazione della Danieli con i militari birmani e un regime, che vede a capo Min Aung Hlaing, generale artefice principale del golpe che ha rovesciato Aung San Suu Kyi e il suo esecutivo, scatenando una guerra che, secondo alcune stime, avrebbe oltrepassato i 30mila morti. Una guerra dove il livello della violenza non ha molto da invidiare a scenari come quelli ucraini e oggi quelli in medio oriente. Avremmo voluto chiedere alla Danieli conto dei suoi rapporti “esteri”. Chissà abbiamo un vago sospetto che per questo hanno preferito (scelta legittima intendiamoci) non invitarci perché su noi vale la “censura preventiva” e da tempo è stata emessa una fatwā.