Professioni sanitarie: il coraggio di riformare e riorganizzare il sistema sanitario, le proposte della Uil
Si è svolto oggi l’evento “Le professioni sanitarie: il coraggio di riformare e riorganizzare il Sistema Sanitario”, un’importante occasione di confronto tra esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni e della UIL FPL per analizzare lo stato attuale della sanità in Friuli Venezia Giulia e delineare possibili scenari futuri.
Presenti i Presidenti degli Ordini Professionali Sanitari del FVG che hanno portato il loro contributo, evidenziando le principali criticità del sistema sanitario regionale e le proposte per un suo miglioramento. Tra i temi centrali, l’urgenza di un piano di riorganizzazione efficace che risponda alle necessità dei cittadini e valorizzi il ruolo dei professionisti sanitari.
Un sistema sanitario al collasso
Il Servizio Sanitario Nazionale versa in una situazione drammatica, frutto di anni di definanziamento e mancati rinnovi contrattuali. L’Italia spende 586 euro pro capite in meno rispetto alla media europea per la sanità.
Inoltre:
• È uno dei paesi con la popolazione medica più anziana: oltre il 50% dei medici ha più di 55 anni e oltre il 20% supera i 65 anni.
• Il numero di infermieri pro capite è inferiore alla media europea: 6,5 ogni 1.000 abitanti contro 8,4 nell’UE.
La situazione in Friuli Venezia Giulia
La carenza di personale sanitario nelle aziende sanitarie regionali ha raggiunto livelli critici, mettendo a rischio sia gli operatori che i cittadini. Attualmente mancano più di 2000 professionisti:
• 400 medici
• 900 infermieri
• 400 OSS
• 300 tra tecnici e amministrativi
• 200 tra fisioterapisti, logopedisti, dietisti e altre figure professionali
Nei prossimi due anni si prevede la perdita di altri 1.400 professionisti tra pensionamenti e dimissioni volontarie. Il fenomeno delle dimissioni è in costante aumento, poiché le condizioni di
lavoro sono insostenibili: richiami continui, turni massacranti, reperibilità oltre ogni limite contrattuale e retribuzioni tra le più basse d’Europa.
A complicare la situazione, circa il 30% degli infermieri e il 40% degli OSS hanno limitazioni fisiche che impediscono loro di svolgere la propria mansione a pieno regime. Questi dati devono essere
considerati nella revisione del piano dei fabbisogni del personale.
Le richieste della UIL e della UIL FPL
Secondo la Uil il sistema necessita di riforme strutturali e investimenti significativi.
È fondamentale:
• Incrementare il salario accessorio per tutti i dipendenti del SSR.
• Garantire un riconoscimento economico per chi lavora nelle aree disagiate.
• Migliorare il welfare aziendale per sostenere il personale sanitario.
• Evitare l’esternalizzazione dei servizi sanitari, che rischia di indebolire il sistema pubblico e aumentare le disuguaglianze.
I rischi dell’esternalizzazione dei servizi sanitari
L’esternalizzazione dei servizi sanitari rappresenta una delle minacce più gravi per la tenuta del sistema pubblico. Delegare ai privati attività essenziali, anziché potenziare le strutture pubbliche,
significa smantellare progressivamente il Servizio Sanitario Regionale, riducendo l’accessibilità e la qualità dell’assistenza per i cittadini.
L’esperienza dimostra che l’esternalizzazione porta spesso a:
• Costi maggiori per la collettività, poiché i servizi privatizzati risultano meno efficienti e più onerosi.
• Peggioramento delle condizioni lavorative, con precarizzazione del personale e minori tutele contrattuali.
• Riduzione della qualità dei servizi, in quanto l’obiettivo del privato è il profitto e non il benessere del paziente.
La UIL e la UIL FPL chiedono con forza che i fondi destinati all’esternalizzazione vengano investiti nel potenziamento del pubblico, garantendo un sistema sanitario equo, accessibile e basato sul valore delle professionalità interne.
Aumento delle aggressioni al personale sanitario
Un fenomeno allarmante che sta crescendo è quello delle aggressioni al personale sanitario, aumentate del 20% rispetto allo scorso anno. Medici, infermieri e operatori socio-sanitari sono
sempre più spesso vittime di episodi di violenza fisica e verbale, generati dal crescente disagio sociale e dalle difficoltà di accesso alle cure.
È inaccettabile che chi lavora per garantire la salute dei cittadini debba farlo in condizioni di insicurezza.
La UIL e la UIL FPL chiedono misure immediate per fermare questa escalation, tra cui:
• Presidi di sicurezza negli ospedali e nei presidi sanitari territoriali.
• Formazione specifica per il personale su come gestire situazioni di rischio.
• Normative più severe per chi aggredisce gli operatori sanitari.
Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL)
Uno dei temi cruciali affrontati è stato il rinnovo del CCNL, con la presenza di Fulvia Murru Segretaria Nazionale con delega alla Sanità e Simone Selvaggio Segretario Nazionale Organizzativo, su cui la UIL FPL ha espresso una posizione netta. La cronica mancanza di risorse rischia di tradursi in contratti al ribasso, che non valorizzano adeguatamente il personale sanitario.
La UIL FPL ribadisce con fermezza che non firmerà mai un contratto che svenda i lavoratori o che non garantisca un adeguato riconoscimento economico e professionale. Senza un serio
investimento nelle risorse umane, il rischio di depotenziamento dei servizi e di fuga di professionisti verso altre regioni o settori diventa sempre più concreto.
Un impegno per il futuro
L’evento si è concluso con l’impegno di proseguire nel dialogo tra professionisti, istituzioni e parti sociali, affinché le proposte emerse possano tradursi in azioni concrete a beneficio del sistema
sanitario del Friuli Venezia Giulia. “Abbiamo bisogno di una sanità che metta al centro i professionisti e i pazienti, con strutture organizzate ed efficienti. Solo con un investimento concreto nelle risorse umane e nei servizi possiamo garantire un sistema sanitario regionale all’altezza delle esigenze della popolazione.”