Pubblici dipendenti: Celotti (Pd), in Regione cresce personale, Comuni alla canna del gas

«Mentre la Regione cresce, in termini di personale, i Comuni, soprattutto i più piccoli, restano alla canna del gas, con organici risicati e per nulla stabili. I nodi da sciogliere riguardano la differenza stipendiale con i regionali, il welfare “aziendale” e la qualità dei contesti lavorativi e su questo o si trova il coraggio, ora, per affrontarli seriamente, oppure il sistema non reggerà e le conseguenze saranno la mancanza di garanzie sui servizi ai cittadini e la perdita delle occasioni di sviluppo dei territori». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) commentando il piano di assunzioni per 631 posti previsto dalla Regione.

Tre le principali criticità, che secondo Celotti pesano sulla scelta dei dipendenti che decidono di abbandonare i municipi per trasferirsi in Regione, «in primis c’è la differenza stipendiale, perché nonostante il gap sia stato in parte colmato, servirebbero ancora 5 milioni e 700 mila euro all’anno per perequare completamente questa differenza. Tradotto significa che i dipendenti dei Comuni percepiscono stipendi più bassi dei colleghi della Regione. Una differenza che nonostante la Finanziaria più ricca della storia e nonostante un assestamento da 1 miliardo e 400 milioni, l’assessore alle Autonomie locali, Roberti, e la Giunta non hanno ritenuto di colmare, nonostante le nostre proposte in merito per dare un segno forte di sostegno e di riconoscimento ai dipendenti dei Comuni».

Il secondo nodo, continua, «riguarda il sistema di welfare “aziendale”, che in Regione esiste e prevede benefit e opportunità, mentre nei Comuni è inesistente. E anche in questo caso avevo presentato un emendamento proponendo che sia la Regione stessa, a costruire, finanziare e gestire un sistema di welfare parallelo e uguale nell’offerta, a favore dei dipendenti degli Enti locali».

La terza questione riguarda invece la qualità dei contesti lavorativi: «O si trova il coraggio di mettere mano all’organizzazione degli Enti locali, oppure i Comuni non saranno mai attrattivi, perché la complessità è troppa per essere gestita in un piccolo ente. Bisogna conferire le funzioni a enti sovracomunali che possano dotarsi della struttura necessaria per garantire servizi di qualità ai cittadini e qualità lavorativa ai dipendenti, con prospettiva di crescita professionale, stabilità e specializzazione».