Raduno degli Arditi, manifestazione anacronistica di cui non si sentiva il bisogno. Ma spaccare lapidi e monumenti non è la risposta giusta
Raduno parafascista di Manzano, certo, quella foto sul manifesto raffigurante non “arditi” della prima guerra mondiale, ma due reduci che, dalle mostrine, parteciparono alle infami campagne di guerra delle scellerate guerre fasciste (campagna di Spagna compresa) è certamente una provocazione che era stata giustamente condannata dall’Anpi e non solo, ma l’azione altrettanto violenta compiuta da ignoti nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 luglio è altrettanto stucchevole. Sono infatti stati danneggiati il monumento della Federazione nazionale Arditi d’Italia di Capriva e una lapide in località Sdricca, nel comune di Manzano, e sono apparse anche scritte dal contenuto inequivocabile. Insomma azioni violente per di più mascherate anche da finto pacifismo, che hanno solo l’effetto di far apparire vittime chi vittima certo non è. Del resto sulla inopportunità di quella manifestazione (una due giorni di eventi in programma il 30 ed il 31 luglio proprio tra ara degli arditi e Manzano promossa dalla Federazione Nazionale Arditi d’Italia e intitolata “100o Fondazione Fnai – 105o Creazione reparti d’assalto”) e soprattutto sul patrocinio di alcuni Comuni, si era già sviluppata la polemica tanto che il Comune di Capriva aveva tolto il patrocinio (inizialmente concesso). Oggi con l’azione di un gruppuscolo di soggetti che pensano di essere partigiani del terzo millennio, offendendone invece la storia e che invece sono solo teste vuote, la frittata rischia di rovesciarsi, non solo facendo una insperata pubblicità all’evento parafascista di cui certo non si sentiva il bisogno, ma perchè si poteva scegliere di fare informazione storica corretta, smascherando i personaggi, che nascosti dietro ad una commemorazione d’arma, propugnano messaggi inquietanti e che, fra l’altro, poco hanno effettivamente a che fare con la stessa storia della formazione combattentistica iniziale degli “arditi” del 1917. Solo successivamente simboli e nome vennero assorbiti e omologati all’ideologia fascista diventandone uno degli spauracchi.