Recuperai dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Udine due tomi risalenti al XVIII secolo, un manoscritto e cinque antifonari al XVI secolo
Il prossimo 29 maggio 2019, alle ore 17:00, a Sacile (PN), presso il Centro Studi Biblici, alla presenza di S.E. il Vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto, Monsignor Corrado Pizziolo, del Sindaco, Dottor Carlo Spagnol, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Pordenone, Colonnello Luciano Paganuzzi, del rappresentante della Soprintendenza Archivistica del Friuli Venezia Giulia, Dottor Paolo Santoboni, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, Maggiore Lorenzo Pella, consegnerà al Parroco della Parrocchia “San Nicola Vescovo”, Don Gianluigi Papa, importanti beni archivistici recuperati presso un’abitazione privata di Sacile, nel maggio 2017, dai Carabinieri del reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri.
L’indagine, eseguita anche grazie alla preziosa collaborazione fornita dalla Stazione Carabinieri di Sacile, ha interessato l’ambiente della ricerca clandestina di beni culturali ed è culminata in una perquisizione domiciliare effettuata a Sacile che ha consentito il rinvenimento di vario materiale archeologico nonché di quello archivistico oggetto della restituzione.
I beni da restituire sono due tomi manoscritti risalenti rispettivamente al 1775 e al 1796 dei frati cappuccini di Sacile riguardanti “il buon governo delle anime” e “L’Ecclesiaste e la sapienza giusta la vulgata in lingua latina…”, un documento manoscritto estratto delle registrazioni effettuate dalla “Fabriceria del Duomo di Sacile” (la “fabriceria” era l’organismo che sin dal medioevo si occupava dell’amministrazione e della manutenzione dell’edificio sacro), riguardante tale Francesco de Favea per dei sedimi in località Ursago (Orsago) tenuti in affitto per conto della stessa, nonché di cinque fogli membranacei di particolare pregio, risalenti alla fine del XVI secolo, appartenenti ad un graduale/antifonario, con la notazione musicale dei canti. Il materiale sequestrato è stato esaminato da esperti della Soprintendenza Archivistica del Friuli Venezia Giulia di Trieste che ne ha stabilito l’originalità, il particolare pregio, contestualizzandoli nel territorio di Sacile dove era presente un convento di frati cappuccini risalente all’epoca medievale, successivamente abbandonato ed i cui ruderi erano stati definitivamente abbattuti agli inizi del XX secolo. Pertanto, è scomparsa ogni vestigia del convento e sono state disperse le opere d’arte, come pure la biblioteca Capuccinorum Sacilli, i cui volumi sono approdati solo parzialmente al locale Centro di Studi Biblici.
Il materiale archivistico sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine
Il detentore dei beni sequestrati, benché animato da passione per la ricerca, è ritenuto responsabile dei reati di violazione in materia di ricerche archeologiche e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato previsti e puniti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
I Carabinieri ricordano che, ai sensi della normativa vigente, l’attività di ricerca di reperti archeologici – la cui proprietà è dello Stato – e, più in generale, di tutti i beni culturali tutelati dalla legge, è riservata al Ministero per i beni e le attività culturali che può dare in concessione a soggetti pubblici o privati l’esecuzione di tali attività. Al contrario, nel caso di rinvenimento fortuito, lo scopritore dovrà, entro le successive 24 ore, farne denuncia in alternativa al Soprintendente, al Sindaco della località ove è avvenuta la scoperta o all’Autorità di Pubblica Sicurezza, vedendosi anche corrisposto un premio da parte dello stesso Ministero. Nel caso specifico, il materiale assegnato alla Parrocchia verrà conservato presso la locale Biblioteca a disposizione della comunità per motivi di studio e di arricchimento culturale.