Referendum sull’autonomia differenziata, anche la Cgil in campo. Domani sera dibattito a Udine con Stefano Fassina

Come è noto fra i promotori ed in appoggio al referendum contro ‘autonomia differenziata c’è anche la Cgil  che ha reso noto ieri un documento riepilogativo delle ragioni del no sindacale alla riforma Calderoli impegnandosi anche in Fvg. Da questo punto di vista da segnalare che domani sera alle 20 nella sala Cgil in Via Bassi a Udine oltre a discutere della “riforma, sarà presentato il volume di Stefano Fassina dal titolo “Perchè l’autonomia differenziata fa male anche al Nord”.

La Legge sull’autonomia differenziata, si legge nel documento nazionale del sindacato di Maurizio Landini, va abrogata perché aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.
DIVIDE IL PAESE
L’autonomia differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo. E questo non è un problema solo del Mezzogiorno, ma anche del sistema produttivo del centro-nord.
IMPOVERISCE IL LAVORO
Mette in discussione il contratto collettivo nazionale, che rappresenta un pilastro dell’unità e della coesione del Paese, per rispolverare le gabbie salariali che determinerebbero un ulteriore impoverimento dei salari.
COLPISCE LA SICUREZZA
Regionalizza e frammenta la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alimentando una competizione territoriale al ribasso sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.
SMANTELLA L’ISTRUZIONE PUBBLICA
Regionalizzando la scuola, infligge un colpo mortale alla stessa identità culturale dell’Italia. Difendiamo il diritto di studentesse e studenti a una scuola pubblica, nazionale, aperta al mondo.
PRIVATIZZA LA SALUTE
Compromette definitivamente il Servizio Sanitario Nazionale: il diritto alla salute sarà riservato a chi potrà permetterselo, e le Regioni saranno ancor più libere di accelerare il processo di privatizzazione in atto.
DEMOLISCE IL WELFARE UNIVERSALISTICO
Lasciando il “residuo fiscale” alle Regioni più ricche, priva il welfare pubblico e universalistico di risorse fondamentali per garantire i diritti sociali a tutte le cittadine e i cittadini.
FRENA LO SVILUPPO
Sottrae totalmente allo Stato la competenza su materie strategiche: politiche energetiche; reti e infrastrutture; telecomunicazioni; porti e aeroporti; trasporti; ricerca scientifica; ambiente; cultura; rapporti
con l’Ue; commercio con l’estero; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; etc., pregiudicando le prospettive dell’intero sistema economico nazionale.
FRAMMENTA LE POLITICHE AMBIENTALI
Rendendo impossibile un efficace contrasto al cambiamento climatico e la conversione ecologica del nostro sistema produttivo.