Regione Friuli Venezia Giulia: 60 anni e li dimostra

“I covente une lustrade”. Così giorni fa esordiva il nuovo settimanale in lingua friulana “la VÔS dai FURLANS”, pubblicazione di orbita “il Friuli”, in riferimento ai 60 anni dello Statuto della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, analizzato in una intervista della prof. Elena D’Orlando presidente del Commissione paritetica Stato-Regione. Le considerazioni sullo statuto attuale di autonomia e le proposte di discussione e modifica proposte dalla docente sono condivisibili e potrebbero costituire un indirizzo da perseguire, governo e parlamento permettendo. Da nuove competenze in materia scolastica, a quelle relative a gestione di rapporti internazionali, per passare ad una lettura chiara della attuale ibrida e contesa definizione per le materie vecchie e nuove (2001) di concorrenza, ne potrebbe derivare uno spazio di iniziativa regionale quasi da agganciare il mito Trentino-Sud Tirolo che tutti gli autonomisti sognano.
Il presidente del Consiglio Regionale Zanin nella sua operosa fatica per trovare una buona candidatura alle prossime elezioni di aprile non manca di spendersi per le due buone cause di cui si sente portatore: ridare ruolo al Consiglio Regionale dopo che la “riforma” del 2003 con la diretta elezione del “governatore” l’ha ridotto ad uno stuoino e spingere per nuove competenze da introdurre nello Statuto o perlomeno da far emergere da qualche Decreto attuativo.
La celebrazione del sessantesimo anniversario dell’approvazione dello statuto da parte del Parlamento (31 gennaio 1963) con legge costituzionale sembrava essere l’occasione giusta per prendersi la scena e battere un buon colpo. Non ho alcun dubbio che le previste relazioni di Barnaba (associazione Consiglieri) e Bellarosa (a suo tempo segretario generale e più volte membro del Comitato misto Paritetico Stato-Regione F-VG) siano adeguate per riproporre in chiave odierna le necessità di una autonomia da aggiornare e rafforzare, ma il previsto invio come “autorevole rappresentanza” da parte del governo del ministro Ciriani qualche dubbio me lo pone. Il ministro di casa va bene per tutte le occasioni ma forse qualcosa di diverso in un momento in cui l’autonomia sta diventando un cruciale nodo politico poteva essere più significativo. Temo che la politica reale ci stia portando su ben altri lidi rispetto a quanto auspica lo stesso Presidente Zanin. La minaccia di trasformazione presidenziale del potere politico e il centralismo mentale che emana sia dalla maggioranza che dalla opposizione, e in gran parte dei mass media, nei confronti del vituperato autonomismo differenziato, mi fa ritenere che i tempi e le logiche per permettere un sereno ragionamento sulle modifiche statutarie del F-VG non sono proprio a portata di mano. Spero che la prossima campagna elettorale smentisca il mio pessimismo e che il confronto possa definire meglio il futuro del F-VG proprio nella sua dimensione progettuale e programmatica di cui l’aspetto istituzionale è fondamento irrinunciabile. Ma l’impressione che gran parte dei partecipanti alla lotteria della divisione delle fette di torta elettorale siano interessati più che altro al “sondaggio politico” non mi rassicura per nulla.

Giorgio Cavallo