Rete Dasi: Indignazione e sconcerto per le modalità di “auto-sgombero” alla caserma Cavarzerani dei richiedenti asilo prima lì ammassati dalle stesse autorità
La Rete DASI esprime sconcerto e indignazione per le modalità offensive della dignità umana con le quali è stata effettuata l’operazione denominata di “sgombero” dell’area della cosiddetta “moschea” all’interno della caserma Cavarzerani.
Come denunciato dalla Rete DASI e come confermato dai dati sui trasferimenti effettuati, la larga maggioranza delle persone che erano state ammassate in condizioni di estremo degrado nella “moschea” erano titolari di un diritto all’accoglienza che non veniva loro riconosciuto in violazione della legge. Nel particolare 47 dei migranti sono stati trasferiti, a cura del Ministero Dell’Interno, in altre province, e 25 alla ex Caserma Osoppo in via Brigata Re. 56 aventi diritto sono rimasti all’ex caserma Cavarzerani mentre altri 40 sono stati portati in Questura per accertare la loro posizione. In realtà, spiega la Rete Dasi, non c’era alcun motivo per attuare un’aggressiva operazione di polizia alle ore 4 del mattino per finalmente applicare ciò che la legge prevede, cioè provvedere alla tempestiva accoglienza dei richiedenti asilo, larga parte dei quali sono stati spostati nientemeno che in altri spazi della medesima caserma, mentre altra parte dei richiedenti sono stati accolti in centri CAS a Udine o trasferiti verso strutture site in altre aree del Paese. Tali trasferimenti avrebbero dovuto avvenire con modalità ordinarie e civili mentre hanno assunto la forma di una sorta di “auto-sgombero” al solo fine di comunicare all’opinione pubblica la falsa immagine della fine di un’occupazione abusiva, mentre nella realtà le persone erano state costrette a vivere in quell’ala della caserma in condizioni di degrado e senza l’assistenza prevista dalla legge, con piena conoscenza della situazione, e dunque responsabilità, da parte della Prefettura di Udine.
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