Ricorrenza del 25 aprile, a Bagnaria Arsa (Ud) lo spettacolo “Io voglio andare a fare la partigiana – canzoni, voci e donne ribelli della Resistenza”

“Io voglio andare a fare la partigiana – canzoni, voci e donne ribelli della Resistenza” è uno spettacolo organizzato dall’Amministrazione Comunale di baganria Arsa (Ud)  in occasione della ricorrenza del 25 aprile, che si terrà mercoledì 24 aprile alle ore 20.30 presso la Sala Parrocchiale di Via Vittorio Veneto 18 a Sevegliano.  Il progetto nasce dal desiderio di approfondire e narrare la “Resistenza taciuta”, ovvero il ruolo che le donne svolsero attivamente all’interno delle formazioni partigiane fino a giungere al loro ingresso in politica e in altri ambiti della società civile. Tre donne che raccontano tantissime vite; tre donne che diventano la voce di tante altre voci: madri, figlie, nipoti, nonne. Donne che hanno dato la vita per la Libertà, per la Resistenza. Il reading – che vede sul palco, in una nuova collaborazione, tre artiste: le attrici Caterina Comingio e Carlotta Del Bianco, che cura anche la regia, in trio con la chitarrista Anna Garano – è un susseguirsi di racconti tratti dai diari delle partigiane, poesie e canzoni, romanzi resistenti. Un ripercorrere le tappe di quegli anni, dalle prime formazioni partigiane al referendum del 2 giugno ‘46, dalle donne della Costituente, sino ai giorni nostri. Pagine dalle quali emerge la forza e la determinazione delle donne nella Lotta di Liberazione. La fatica nell’affrancarsi da un universo maschile, che ha voluto riconoscere con ritardo, e ad oggi non ancora del tutto, la grande tenacia di tante combattenti che lottarono, soffrirono e desiderarono una vita migliore e una giustizia per tutte e tutti. Renata Viganò e la sua Agnese passando lungo i muri di via Rasella e il racconto di quei giorni, tesi come corde dalle parole accorate di Carla Capponi. E poi Lidia Menapace nella sua Novara, il desiderio di agire attivamente per sconfiggere il fascismo, il nazismo. L’epistolario tra Natalia Ginzburg e Alba De Cespedes, i racconti taglienti e accusatori di Joyce Lussu rispetto al ruolo delle donne all’interno del partito comunista, la sua visione di come un femminismo ante litteram abbia ispirato nuovi movimenti ancora a venire. Le tre protagoniste in scena danno voce alle protagoniste di allora, al loro universo resistenziale, spesso ancora così sconosciuto. Cantano un vissuto, un’esperienza politica e umana che è pure un monito, un lascito alle nuove generazioni. Così come le partigiane e i partigiani di allora, anche noi oggi, unite e uniti, possiamo resistere alle derive di un nuovo pensiero autoritario e continuare a costruire insieme quel mondo di giustizia e di pace a cui queste donne straordinarie hanno donato fondamenta e orizzonte.