“Riordino” sanità Fvg: quali pronto soccorso a rischio chiusura?
Prove tecniche di ulteriori tagli in Friuli Venezia Giulia si sono osservate durante la presentazione del report di Agenas – l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari – in tema di “Accessi in pronto soccorso e implementazione DM77” svoltosi a Roma lo scorso 22 aprile.
L’evento è stato ripreso dalla stampa locale che ha evidenziato soprattutto gli aspetti relativi agli accessi evitabili al pronto soccorso, quelli cosiddetti inappropriati, che in FVG sarebbero in media il 20% dei totali, ovvero nel 2022 sono state complessivamente 80mila persone a rivolgersi impropriamente – secondo Agenas – ai Pronto soccorso della nostra regione.
Cosa fare dunque?
La ricetta di Agenas è seguire l’esperimento in corso in Emilia Romagna con i cosiddetti CAU – Centri di Assistenza e Urgenza – una sorta di ambulatori dei codici verdi e bianchi, da attivare in 10 delle 23 Case della comunità previste in FVG. Qui verrebbero dirottati codici bianchi e verdi per liberare così i Pronto soccorso dagli accessi inappropriati. Il CAU funzionerà 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20, con la presenza di un medico e uno o due infermieri, a seconda del flusso di accessi previsto per ciascuna di queste strutture.
L’Agenzia nazionale ha rilevato che in FVG la più alta percentuale di accessi impropri interessa l’area montana, in particolare Tolmezzo e San Daniele, dove gli accessi inappropriati rappresentano il 28% degli accessi totali in PS, 13.500 in un anno, contro ad esempio gli 11mila di Trieste che presenta una percentuale del 18%.
Quindi secondo le previsioni di Agenas nell’area di San Daniele oltre 7mila persone si rivolgeranno al CAU della locale Casa della comunità liberando così il Pronto soccorso.
E qui si nasconde un’insidia, giacché in tal modo San Daniele andrà sotto il valore soglia di 20mila accessi annui, che giustifica l’esistenza di un Pronto soccorso, secondo la normativa vigente (DM 70/2015).
Per inciso si osserva che il DM 70, che risale al 2015, è stato alla base dell’impreparazione degli ospedali all’arrivo del Covid, ma evidentemente non si sono tratti i dovuti insegnamenti e si continua sulla strada dei tagli.
Ma a proposito dell’insidia, non è sfuggito agli osservatori più attenti che nella presentazione a Roma un esponente di Agenas, mentre sottolineava che in FVG gli accessi inappropriati si concentrano su Tolmezzo, San Daniele e Spilimbergo, ha voluto precisare che “Tolmezzo sta veramente decentrato e quindi non si tocca.”(1)
Così il Pronto soccorso di Tolmezzo non si tocca, ma San Daniele e Spilimbergo? Quest’ultimo PS si trova già adesso, con 10mila accessi, al 50% del valore soglia, e perdendone 2.393 andrà ancor più sotto. E quanti altri PS andranno sottosoglia? Secondo la tabella presentata da Agenas almeno altri tre.
Non dimentichiamo che i Pronto Soccorso di Gemona, Cividale, Maniago e Sacile furono chiusi in quanto presentavano un flusso di pazienti sotto il valore soglia di 20mila accessi.
Lo stesso assessore alla Salute Riccardi ha dichiarato lo scorso 6 marzo che bisogna guardare proprio al DM 70/2015. Queste le parole esatte: “L’organizzazione del passato non è più sufficiente a dare risposte ai cittadini oggi. L’architettura indicata dal Decreto ministeriale n.70 ci fornisce la linea per comporre la sanità del futuro per la nostra regione”. (2)
Le parole dell’assessore sembrano coerenti con quanto presentato da Agenas, quindi non dobbiamo chiederci se ci saranno delle chiusure, l’unico interrogativo è dove e quando.
(1) https://www.youtube.com/watch?v=0YjsDN4_-UA&t=2858s FVG al minuto 39.45
(2) https://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta/&nm=20240306180750004