«Riprende l’esame della Legge Regionale di iniziativa popolare sul Fine Vita. Dare risposte ai cittadini e smetterla con la “politica dello struzzo”»
“Non abbiamo molte speranze sulla volontà di intervenire sul Fine Vita da parte di questa maggioranza regionale di centro-destra a nessun livello, né nel Consiglio regionale, né sollecitando il Parlamento nazionale. Tuttavia abbiamo il dovere di riprovarci e ora abbiamo l’occasione dell’esame previsto in Terza Commissione del 9 aprile della Proposta di Legge di iniziativa popolare sul Fine Vita promossa dall’Associazione Luca Coscioni forte di 8mila sottoscrizioni di cittadini, oltre che di delibere favorevoli di molti Consigli comunali di ogni orientamento politico. Dobbiamo dare risposte univoche a chi si trova nelle condizioni estreme di sofferenza delineate nella sentenza della Corte Costituzionale, non possiamo rimanere insensibili verso chi soffre e chiede un Fine Vita dignitoso, sulla base di artifici giuridici che di fatto nascondono la contrarietà di fondo a trovare soluzioni che lascino la libertà di scelta al diretto interessato e alla sua famiglia”, afferma il Consigliere regionale Enrico Bullian di Patto-Civica FVG.
“Vorremmo venisse superato il tabù nel centro-destra regionale sul riconoscere la possibilità di scegliere un Fine Vita dignitoso per i cittadini con patologie irreversibili e in condizioni di salute estreme. Si attua la “politica dello struzzo”, ovvero si rinuncia a governare il processo, lasciando che le nuove richieste arrivino alle aziende sanitarie, che non avranno indicazioni univoche su come e con quali tempistiche operare nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019. Poi, come il caso di Anna insegna, con lunghi iter anche giudiziari, ci si arriva comunque al Fine Vita, ma senza un percorso definito puntualmente in partenza (e solo per chi se lo può permettere).
Ora il Consiglio Regionale e, prima, la Terza Commissione hanno l’occasione con l’esame della proposta di legge regionale di superare l’errore commesso bocciando la mozione sul Fine Vita. Vanno guardati con interesse, dopo il tentativo di approvazione della Legge Regionale in Consiglio regionale del Veneto rimandata in Commissione per un voto, i casi dell’Emilia Romagna (dove il Direttore centrale della Sanità ha emanato una determina dirigenziale per codificare processo, tempi e ruoli, ma dove pende un ricorso al TAR) e della Liguria (dove il presidente Toti si è espresso favorevolmente alla Legge regionale e sembra ci sia una maggioranza disponibile a sostenerla nel Consiglio regionale).
Inoltre, a livello di FVG, ci rimarrà come ultima opzione anche il “Voto alle Camere” per stimolare il Parlamento a legiferare in maniera organica su tutta la materia del Fine Vita.
La battaglia di civiltà per un Fine Vita dignitoso andrà dunque avanti e prima o poi diverrà legge perché in questa direzione vanno le richieste della società, largamente favorevole in maniera trasversale”.