Rischio ambientale dall’eventuale arrivo di tappa del Giro d’Italia sul Monte Lussari nel 2021. Allarme di Legambiente e di M5s

La carovana verde di Legambiente 2019 ha assegnato in tutta Italia 17 bandiere verdi, due in più rispetto all’anno scorso, e 8 bandiere nere, contro le 6 del 2018. Il risultato r è stato presentato a Valdieri (Cuneo) e risulta che la regione più virtuosa è il Piemonte, con 5 bandiere verdi, seguita da Veneto (4), Lombardia, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia (2). Insomma per il Fvg un risultato importante, bandiere verdi conquistate da Coopmont di Forni Avoltri, cooperativa formata da giovani che coltivano verdure nel rispetto dell’ambiente (tra i prodotti simbolo c’è il cjaput, il cavolo cappuccio) e la Cooperativa “La Scluse” che ha riaperto la stazione ferroviaria dismessa di Chiusaforte trasformandola in un punto di ristoro, assistenza e ospitalità per i ciclorutirsti lungo la ciclovia Alpe Adria. Bandiera nera invece al presidente della Regione Fedriga, per le affermazioni rilasciate all’indomani della tempesta di ottobre, quando attribuì la responsabilità a generici “ambientalisti”: una bandiera nera più che meritata se non altro alla comunicazione, spiega Legambiente. Bandiera grigia invece (una novità di quest’anno, da interpretare come una sorta di “ammonizione”) al progetto per un arrivo di tappa del Giro d’Italia di ciclismo in cima al Monte Lussari. In sintonia, nel dossier di Legambiente, anche un passaggio sul prossimo concerto di Jovanotti a Plan de Corones: “La scelta di portare in ambiente montano eventi pensati per le grandi città pone parecchi interrogativi, a partire dalla percezione del limite che ci dovremmo porre nell’invadere contesti fragili: per decidere fino a dove ha senso arrivare”. E sul caso Giro è subito intervenuta una nota del gruppo consiliare pentastellato in Regione che spega che una mozione per la sostenibilità di un eventuale arrivo di tappa del Giro d’Italia sul Monte Lussari nel 2021 è stata presentata già agli inizi di maggio da parte del Gruppo consiliare M5S. “Ci fa piacere che anche Legambiente si sia finalmente mossa in questo senso. – afferma Ilaria Dal Zovo , prima firmataria del documento – Le ricadute turistiche e di immagine dell’area non sono sufficienti a giustificare colate di asfalto e taglio di alberi indiscriminati”. La mozione chiede infatti alla Giunta regionale di “intervenire per la sistemazione del fondo stradale e di messa in sicurezza dei versanti della viabilità tra il fondovalle e il MonteLussari senza l’uso di asfalto impermeabile bensì con l’utilizzo di materiali locali ad alto potere drenante, previo confronto con le associazioni per la tutela della montagna e dell’ambiente della zona”, concordando con gli organizzatori del Giro “le modalità di salita al Monte Lussari meno impattanti e più sicure” e mantenendo “l’accessibilità esclusiva alla pista forestale ai mezzi di servizio e di soccorso”.
“Esiste un’ampia disponibilità di soluzioni progettuali e tecnologiche per la stabilizzazione del fondo stradale che non comportano l’uso di asfalto e che minimizzano l’uso del cemento – aggiunge la consigliera regionale M5S –. Non mancano esempi illustri di salite con tratti di sterrato nello stesso Giro d’Italia, dal Colle delle Finestre all’ascesa di Plan de Corones”. “Non dimentichiamo che il Lussari è anche punto di partenza e arrivo del cosiddetto Cammino Celeste, itinerario religioso internazionale che si snoda tra Italia, Austria e Slovenia – ricorda Dal Zovo –. Anche alla luce di questo aspetto, riteniamo doveroso che la Regione si ponga come mediatrice tra le diverse sensibilità dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, rispettando le diverse visioni e proseguendo nella direzione intrapresa di sostegno al turismo lento e sostenibile”.