Rogo di rifiuti a Mossa: Legambiente si costituisce parte lesa
Mentre è calata una innaturale cappa di silenzio su quanto avvenuto a Mossa alla porte di Gorizia il 15 novembre scorso quando mano ignota diede fuoco ad un enorme quantità di rifiuti, da anni sotto sequestro. Rifiuti stipati nei capannoni dell’ex stabilimento Bertolini. Il ragionevole dubbio e che dietro questo silenzio vi sia delle responsabilità, oltre ovviameete a quelle delinquenziali in odore di mafie. Incuria e lentezze delle quali forse qualcuno ha paura. Di certo c’è solo il fascicolo aperto presso la Procura di Gorizia. La notizia di oggi è che Legambiente Fvg ha nominato l’avv. Daniela Moreale del Foro di Udine, Responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente (CEAG) affinché la assista e la difenda nel procedimento penale scaturente dall’episodio di incendio dello stabilimento ex Bertolini a Mossa nel quale Legambiente si sente parte offesa. Purtroppo la presenza del capannone stipato da rifiuti contenenti molta plastica era una situazione evidentemente a rischio incendio anche per azioni volutamente dolose spiegano in una nota da Legambiente. “Confidiamo che le indagini possano chiarire questo cruciale aspetto” – commenta Daniela Moreale. “Nel breve si chiede di valutare se ci sono ricadute dell’inquinamento sul suolo e nelle acque di falda e procedere alla bonifica del sito” ribadisce Anna Maria Tomasich Presidente del Circolo di Gorizia. La bonifica incrocia evidentemente il procedimento penale in corso che ha visto 3 persone condannate in primo grado per traffico illecito di rifiuti e il nuovo fascicolo aperto dalla procura contro ignoti per l’incendio di Mossa. Nel 2020 la nostra Regione ha registrato 318 reati ambientali (-6% rispetto al 2019), con 499 persone denunciate (+12% rispetto al 2019) e 368 sequestri (+86% rispetto al 2019). Il rischio che la rotta balcanica si apra (sia aperta) anche al traffico illecito di rifiuti, ai flussi di materiali in ingresso illegali, di animali di affezione è a questo punto è acclarato. A tale proposito il rapporto ecomafia predisposto da Legambiente verrà presentato all’interno di una iniziativa congiunta di Legambiente FVG e del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell`Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste agli studenti e pubbliche autorità nel mese di marzo 2022. I giovani devono essere presidio di legalità anche e soprattutto in una stagione che vede l’arrivo di molti fondi pubblici del PNRR. Ma anche la nostra Regione deve fare avanti significativi nella azioni di monitoraggio e controllo del territorio. “Chiederemo – conclude Cargnelutti – all’Assessore Zanier, dati alla mano un potenziamento importante del Nucleo operativo delle attività di vigilanza ambientale. A livello nazionale Legambiente, tra le sue principali 10 proposte, chiede: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l’improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.