Salute. Ok in III commissione al programma di assistenza territoriale Fvg
La III Commissione permanente presieduta da Ivo Moras (Lega), riunita a Trieste nell’aula consiliare, ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle deliberazioni della Giunta regionale incentrate, rispettivamente, sul Programma regionale dell’assistenza territoriale e sul Regolamento per la concessione dei contributi per l’ammodernamento, l’acquisto e la costruzione di nuove strutture per il ricovero di cani e gatti. Se nel secondo caso (definito dalla direzione competente un atto dovuto per fare chiarezza a 12 anni di distanza dall’adozione del precedente regolamento sulle norme per il benessere e la tutela degli animali di affezione), sono stati necessari pochi minuti senza alcuna discussione generale (nessun voto contrario, astenuti i dem Mariagrazia Santoro e Roberto Cosolini con Furio Honsell di Open Sinistra Fvg), il primo provvedimento legato al comparto della salute ha richiesto invece una lunga fase illustrativa, seguita da un altrettanto impegnativa sezione dedicata alle richieste di approfondimento da parte dei consiglieri.
Non ha invece avuto seguito la richiesta avanzata a inizio lavori dagli stessi Honsell e Cosolini, insieme a Walter Zalukar (Gruppo Misto), di rimandare a una futura seduta l’esplicitazione del parere, rivendicando la necessità di approfondire la conoscenza di un testo complesso e articolato. Per la delibera 1.896, quindi, ai no di Cosolini, Santoro, Honsell e Zalukar, hanno fatto eco le astensioni di Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai (M5S).
Il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi (competente anche in materia di Politiche sociali e Disabilità), ha precisato che “recepiamo semplicemente un decreto ministeriale. Si tratta di un atto ricognitivo che definisce un aggiornamento degli standard previsti dal precedente dm 71 del ministero della Salute. Il più recente dm 77/2022 stabilisce, altresì, che tutte le Regioni si adeguino alle nuove disposizioni, applicando gli standard e declinando alcuni elementi in merito alla capacità interpretativa della propria realtà”.
I modelli standard per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) traggono spunto dalle indicazioni fornite delle singole Aziende sanitarie regionali e, alla luce della grande quantità di dati da verificare, ha richiesto una lunga fase elaborativa. Il documento si caratterizza da una prima sezione riservata all’Analisi di contesto – Bisogni di salute nel territorio regionale (Analisi demografica e dello stato di salute della popolazione e Organizzazione dell’assistenza territoriale), seguita da una seconda incentrata sulla Riorganizzazione della rete territoriale. Una terza parte riguarda, invece, l’Integrazione sociosanitaria e il coordinamento con gli altri servizi non delineati nel dm 77/2022, per chiudere con i Fabbisogni di personale per il funzionamento dei servizi e i Piani di formazione, nonché la Sintesi delle azioni e un Cronoprogramma delle attività con le Modalità di governo e di monitoraggio delle azioni di riorganizzazione.
L’obiettivo è quello di fornire una garanzia di cura, oltre a un equilibrio tra la risposta ai bisogni e l’attendibilità dei setting organizzativi, sostenibile sia in termini epidemiologici che di risorse umane, valorizzando le buone pratiche organizzative e funzionali. Alcune parti sono facoltative, altre vincolanti e altre ancora si possono lasciare a un momento successivo. I prossimi passi saranno costituiti dai monitoraggi strutturali sull’avanzamento del programma.
Il nuovo modello di assistenza territoriale in attuazione del dm 77 prevede, tra i punti focali, le Case della comunità (modelli Hub e Spoke, ora affincati anche dai Punti Salute di Comunità), l’Infermiere di famiglia (interfaccia tra cittadino e sistema sanitario), il lavoro integrato in luoghi di cura condivisi, la Centrale operativa territoriale (Cot) e il Punto Unico di accesso (Pua). Non rientrano nel discorso la residenzialità per gli anziani e la disabilità.
Questi alcuni indicatori forniti per il Friuli Venezia Giulia: Case di comunità Hub – Asugi 6, Asfo 6 e Asufc 10 (totale 22); Case di comunità Spoke – Asugi 5, Asfo 1 e Asufc 4 (10); Punti Salute (ex case di Comunità Spoke) – Asugi 0, Asfo 9 e Asufc 12 (21); Centrali operative – Asugi 4, Asfo, 3 e Asufc 5 (12); Ospedali di Comunità – Asugi 74 posti letto, Asfo 62 e Asufc 105 (251).
In sede di dibattito, le richieste di dettaglio e specificazione hanno infine riguardato il cronoprogramma in termini di risorse umane e la differenza tra Case di comunità Spoke e Punti salute (il dem Nicola Conficoni), l’esistenza di un piano B in attesa dell’attivazione del nuovo modello nel 2026 e i gradi di autonomia regionale (Santoro), i settori della prevenzione, della metodologia, della telemedicina e della salute mentale (Honsell) e l’apparente assenza di una riforma sanitaria e di una visione complessiva verso un punto d’arivo (Zalukar), nonché le risorse, le tempistiche e la progressività per colmare gli organici, insieme all’attenzione per le zone periferiche (il pentastellato Andrea Ussai).
Fonte Arc