Saluto fascista, chiesto dalla Procura di Roma il rinvio a giudizio per 31 militanti di CasaPound

Saluto fascista

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 militanti di CasaPound. Non si tratta delle conseguenze di fatti analoghi di un paio di giorni fa alla commemorazione di Sergio Ramelli a Milano, ma al “rito” collettivo del “presente” nella commemorazione per i fatti di Acca Larentia nel 1978. La decisione della procura di Roma potrebbe però diventare precedente per tutte queste a liturgie del “presente” che i movimenti neofascisti mettono in scena in varie occasioni. Si tratta di una mezza pagliacciata che vede i militanti stretti in formazione militare, braccio teso nel saluto romano, con urla in sincrono che si ripetono più volte. Tuttavia non si può derubricare i fatti ad una sorta di goliardia perchè dietro quei gesti c’è la storia tragica di un ventennio che devastò l’Italia e provocò una moltitudine di morti innocenti. Quindi il passo avanti nel procedimento penale attivato a Roma potrebbe avere conseguenze penali serie. Ora dopo la chiusura delle indagini di 5 mesi fa e dopo aver ascoltato alcuni indagati, i pm della Procura di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio di 31 persone, tutte appartenenti a CasaPound, che effettuarono il saluto romano il 7 gennaio del 2024. Agli indagati, conferma la procura della Capitale, sono contestate le violazioni delle leggi Scelba e Mancino che sanzionano frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La manifestazione ricordava il 47mo anniversario della strage davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano a Roma, in cui due militanti del Fronte della Gioventù – la formazione giovanile del Movimento Sociale Italiano – furono uccisi da un commando di estremisti di sinistra e un terzo durante i successivi scontri con le forze dell’ordine. Hanno indagato la Digos della Questura e i Carabinieri, che hanno individuato alcuni dei protagonisti del rito fascista analizzando i video della manifestazione.