Sanità: Leggere e interpretare i dati in modo trasparente e senza pregiudizi. Sanità, i risultati di performance 2021 del Friuli Venezia Giulia al centro di un incontro online tra la Scuola Sant’Anna di Pisa e il management del sistema regionale Fvg
La professoressa Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e il team di ricerca guidato dalla professoressa Milena Vainieri, coordinatrice del Laboratorio MeS Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, hanno commentato i risultati di performance dei servizi sanitari, ottenuti nel 2021, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, messi a confronto con i risultati delle altre Regioni che aderiscono al network della valutazione, durante un incontro online, occasione di confronto e di approfondimento, con il top management del sistema sanitario regionale per leggere e per interpretare i risultati ottenuti, in modo trasparente e senza pregiudizi. Il sistema di valutazione proposto si basa, infatti, sulla adesione volontaria delle regioni che accettano di mettersi in discussione e di confrontarsi su una serie di parametri condivisi con l’obiettivo di individuare gli ambiti di miglioramento e di crescita. Sabina Nuti ha sottolineato che il sistema non “boccia” e non “promuove” nessuno e che non si presta per essere utilizzato come una “pagella”. Il sistema rappresenta uno strumento di lavoro per tutti gli operatori del sistema sanitario, che andrebbe citato con cautela per evitare strumentalizzazioni politiche. Entrando nel merito dei risultati conseguiti e rappresentati nel bersaglio del Friuli Venezia Giulia, malgrado il forte urto subito negli ultimi due anni di pandemia dal sistema sanitario regionale, si evidenziano numerosi parametri che si sono mantenuti nelle fasce centrali del bersaglio, con misure nettamente superiori alla media delle Regioni aderenti al network. Tali Regioni, per inciso, sono di certamente quelle che nel panorama nazionale registrano performance in generale medio alte. Tra i punti di forza che emergono con evidenza per il Friuli Venezia Giulia, la presa in carico territoriale (che è risultata determinante per rispondere alla pandemia) e la qualità delle cure. La sfida della resilienza è, di sicuro, un ambito in cui la Regione Friuli Venezia Giulia ha ottenuto risultati superiori alla media delle altre regioni, riuscendo a garantire le visite di controllo ai livelli pre-pandemici su tante discipline (come cardiologica, neurologica, ortopedica, ginecologica, endocrinologica, gastroenterologica…) e anche per gli interventi cardiovascolari, per i quali registra i migliori risultati del network, così come è riuscita a garantire l’accesso alle cure con performance più in linea con quanto erogato nel 2019 rispetto alle altre Regioni, anche per le reti tempo dipendenti, ossia per i percorsi di presa in carico tempestiva per ictus ed infarto. Il Friuli Venezia Giulia risulta inoltre una delle poche Regioni del network che ha fornito i dati di dettaglio sulla sanità digitale, con un buon posizionamento rispetto alle altre. Sono invece da attenzionare alcuni ambiti legati ai processi assistenziali ospedalieri: i tempi di attesa nell’attività chirurgica, la percentuale di fratture del femore operate entro le 48 ore, l’efficienza nelle degenze medie, l’appropriatezza nelle prescrizioni diagnostiche. Di certo, l’avvio di una riforma di assetto a ridosso dello tzunami pandemico non ha permesso di dedicare l’adeguata attenzione all’organizzazione in particolare dell’assistenza ospedaliera. Questa dovrà essere una priorità soprattutto nelle aziende dove è anche presente la componente universitaria. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere il volano che permetterà, se ben gestito, di rilanciare il sistema sanitario regionale e recuperare anche sugli aspetti di maggiore criticità.