Schiaffo dal cdx agli oltre 15000 cittadini firmatari in difesa del punto nascita di San Vito al Tagliamento
Una nuova manifestazione è stata indetta dal Coordinamento sanvitese per la sanità pubblica per Venerdì 17 maggio ore 9.30 davanti l’ingresso dell’ospedale di San Vito al Tagliamento. Il Coordinamento, si legge in una nota, informerà i presenti su quanto accaduto in audizione a Trieste quando, si legge ancora, “ i consiglieri della maggioranza di centrodestra hanno votato una risoluzione preventivamente preparata dal presidente Bolzonello, che rigetta i contenuti della petizione che ha visto 15000 persone in difesa del punto nascita chiedendone in particolare la riapertura del punto nascita. Le ragioni dei cittadini sono state liquidate come argomenti da bar e da “piazza”. Va sottolineato che l’assessore Riccardo Riccardi ha avuto bisogno di farsi appoggiare dai quattro medici dirigenti di ASFO (Tonutti, Dell’Amico, Pirrone e Pinzano), i quali hanno ripetuto diligentemente la versione iniziale per avvalorare la decisione presa x motivi tecnici, e scaricare le responsabilità politiche dell’assessore. Tutto deciso, tutto preparato per confermare la chiusura (e non la sospensione!!) del punto nascita già decisa a novembre.
Comunicato sull’audizione.
Ad integrazione di quanto già inviato l’8 maggio al termine dell’audizione, il coordinamento sanvitese per la sanità pubblica dichiara quanto segue:
Nell’audizione abbiamo illustrato i tre temi della nostra petizione facendo anche proposte operative e rispondendo alle numerose domande dei componenti la commissione.
I consiglieri di maggioranza però non avevano bisogno di ascoltare e hanno approvato una risoluzione finale preparata già il giorno prima dal presidente Bolzonello.
Sono mancate le risposte da parte dell’assessore Riccardi sui temi posti:
Cosa intende fare per ridurre i tempi di attesa e garantire il diritto alle cure anche applicando quanto da noi richiesto, cioè l’estensione a tutti gli sportelli CUP la possibilità di avviare la procedura prevista per
il dritto di garanzia. Cosa intende fare per ridurre la fuga degli operatori pubblici che sta regalando formati ed esperti alle strutture private, facendo perdere al SSR un patrimonio non solo numerico. Cosa intende fare per rendere attrattivo per i giovani professionisti, il lavoro nel servizio pubblico. Perché non promuove l’attivazione di equipe multiprofessionali nella medicina di base, liberando i MMG dagli aspetti dell’intervento che possono essere svolti con appropriatezza da altre professioni sanitarie. Come intende promuovere percorsi di cura per le persone e non solo l’esecuzione di prestazioni. Come intende operare affinché le persone possano effettuare visite ed esami il più possibile vicino a dove vivono. A queste è a molte altre domande l’assessore non ha risposto. Per rispondere sulla riapertura del PUNTO NASCITA invece abbiamo trovato la presenza inaspettata degli alti dirigenti di ASFO, che sono intervenuti a fine dibattito, dopo che ci avevano fatto uscire dall’aula, senza che noi potessimo replicare o chiedere chiarimenti.
Sui nostri rilievi a proposito dell’assistenza insufficiente che le partorienti e puerpere ricevono a Pordenone per gli spazi ridotti, che l’ostetricia di Pordenone è sufficiente per gestire tutti i parti, fino a 1800 e con l’apertura del nuovo ospedale la capacità salirà a duemila parti. Ci chiediamo allora perché sia ancora in piedi la convenzione col privato, e con quale personale intendono affrontare questi numeri se dichiarano di non avere sufficienti medici per tenere aperti due punti nascita. Sul tema della sicurezza hanno ribadito che i gettonisti non operavano in sicurezza, senza spiegare perché uno degli accusati fosse fino a pochi mesi prima, il responsabile del punto nascita del Burlo (1595 parti 2022), o perché un ospedale (privato) senza terapia intensiva e pediatria, che che effettua un numero troppo alto di parti cesarei rispetto ai risultati attesi, sia più sicuro di un ospedale pubblico con una tradizione secolare di ostetricia, dotato di rianimazione e pediatria.
Le mancate risposte rimandano alla questione politica
Questo assessore, non eletto, appoggiato dall’intera giunta, ha trovato il modo di legittimare le sue azioni distruttive del bene pubblico che gestisce, utilizzando tecnici e tecnocrati disposti a certificare le sue azioni che purtroppo ricadono su tutta la popolazione: i vertici di ASFO x la chiusura del punto nascita necessario al sanvitese, l’AGENAS (costo studio di 140mila€) per l’intera controriforma del SSR, senza che né i cittadini (chiamati con disprezzo “piazze”) né i loro rappresentanti possano partecipare alla programmazione del Servizio Sanitario Regionale. Questa destra si rivolge alle “piazze” solo per la propaganda elettorale, *facendo promesse che non ha nessuna intenzione di mantenere.