Schneider (Federalberghi Fvg): «Non si modifichi l’impianto della tassa di soggiorno»
«Nel testo originario dell’articolo 10 della legge regionale n. 18/2015, l’intesa (“il gettito dell’imposta – se superiore a 50.000 euro annui – finanzia con le modalità stabilite dall’intesa raggiunta da ciascun Comune con le associazioni maggiormente rappresentative…”) rappresenta il fulcro, l’aspetto centrale e sostanziale del processo decisionale che porta alla determinazione del gettito volto a finanziare investimenti finalizzati a migliorare l’offerta turistica e la sua fruibilità».
Lo afferma la presidente regionale di Federalberghi Paola Schneider. «È una interpretazione che valorizza il ruolo della concertazione e riconosce pari dignità ai soggetti privati (le imprese ricettive) rispetto agli attori istituzionali (Comuni e Promo Turismo Fvg) nelle diverse fasi di “gestione” dell’imposta (non solo, quindi, nel pubblicizzare l’obbligo di versarla, nella riscossione della stessa, nella rendicontazione e nel trasferimento al Comune dei relativi importi, ma anche nella gestione concordata dei proventi). Dobbiamo ricordare – prosegue Schneider – che l’introduzione dell’imposta di soggiorno nel Fvg – ultima regione in Italia ad adottarla – si è realizzata sulla base di un patto, inizialmente non scritto ma ben presente in tutte le fasi propedeutiche all’istituzione dell’imposta (poi recepito e ratificato in legge), che ne ha consentito l’adozione dopo un serrato confronto con le categorie economiche proprio in virtù di una condivisione che doveva e deve realizzarsi sia sui temi o settori di intervento e sia sull’impiego puntuale delle risorse disponibili. E che questa condivisione avesse caratterizzato nel tempo la gestione dell’imposta erano state fornite alle imprese della ricettività, reiteratamente, le più ampie assicurazioni».
L’emendamento di modifica all’art. 10 della L.R. 18/2015, proposto nei giorni scorsi all’interno del PdL n. 26 (“il gettito dell’imposta…finanzia, su proposta dell’Amministrazione Comunale, previa intesa sulle tematiche di intervento con le associazioni maggiormente rappresentative…”) è finalizzato invece a sovvertire l’impostazione precedente disponendo una limitazione del processo di concertazione alle sola individuazione delle macro aree di intervento, lasciando mani libere alle amministrazioni comunali nel finanziamento di investimenti da esse stesse proposti, anche riguardo al miglioramento dell’offerta turistica e della sua fruibilità. Un approccio che le categorie della ricettività non possono accettare proprio per il venir meno della pari dignità precedentemente assicurata. Si chiede dunque che venga ripristinato il testo dell’articolo 10 della L.R. 18/2015 così come previsto all’atto della sua entrata in vigore».