Scoop di Repubblica: Giretto del figlio di Salvini al mare sulla moto d’acqua della polizia. Presunti agenti cercano maldestramente di vietare le riprese al cronista
Cuore di papà cede al desiderio del figlio adolescente, probabilmente è andata così la vicenda del ragazzo, figlio di Matteo Salvini che si è fatto un giro sulla moto d’acqua della polizia, mentre due persone in costume che si identificano come poliziotti impedivano ai presenti di riprendere. È successo sulle spiagge di Milano Marittima, dove però un videomaker di Repubblica si è accorto che il ministro dell’Interno, dopo aver posato per una foto con due agenti, ha acconsentito alla richiesta di fare un giro del figlio a bordo del mezzo in dotazione alla polizia di Stato che era lì per mantenere la sicurezza sul litorale romagnolo. L’episodio fa sorgere dubbi sull’uso improprio di mezzi dell’amministrazione pubblica e ricorda alcuni episodi del passato legati sempre a figli di leader leghisti. La vicenda resa pubblica dalla messa in rete del video è in fase di verifica da parte della Questura di Ravenna. Da appurare è anche la correttezza dell’operato delle forze dell’ordine presenti sulla spiaggia. Nel video infatti si vedono due persone in costume da bagno che si avvicinano al reporter identificandosi come poliziotti e, coprendogli la visuale, lo invitano più volte a smettere di riprendere: “T’ho detto non lo riprende’ – si sente nel video – Li stai riprendendo uguale. Che me stai a pija per culo?”. E l’altro: “Scusa un attimo eh, o l’abbassi o te la levamo (la camera, ndr)”. All’obiezione del giornalista che dice di essere su una spiaggia pubblica e di voler riprendere una scena in un luogo pubblico, i due insistono: “È un mezzo della polizia, non ci mettere i difficoltà”, rispondono adducendo motivi di “privacy”. Quando il reporter chiede a uno dei due chi si trovi a bordo della moto d’acqua, lui risponde “un collega”. “Con chi?”, replica il giornalista.“Da solo”, risponde ancora l’uomo, anche se dalle immagini si vede che al posto del passeggero si trova il figlio di Salvini. Il giornalista giustamente non si lascia intimidire e resta sul posto, mentre i due presunti poliziotti innervositi lo seguono per l’intera mattinata fino all’ora di pranzo cercando di oscurare le riprese mettendosi davanti alla telecamera. Col passare dei minuti, la versione dei due “agenti” forse avendo compreso l’abuso che stavano compiendo, cambia: “Non abbiamo mai detto di essere poliziotti, se vieni con me ti faccio spiegare chi sono”. peccato per l’oro che l’audio del filmato si senta benissimo.