Scuola al collasso secondo Patto per l’Autonomia. Moretuzzo: «Non si è fatto quasi nulla per prevenire le criticità attuali»
«La scuola possa tornare a essere scuola e a fare scuola nelle migliori condizioni possibili. È l’appello, accorato, che arriva dal Coordinamento dei presidenti di Consigli di istituto del Friuli-Venezia Giulia e di cui condividiamo tutte le preoccupazioni». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, commenta i contenuti della lettera aperta del Coordinamento al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e agli assessori a Salute e Istruzione Riccardo Riccardi e Alessia Rosolen, che racconta quanto le scuole di ogni ordine e grado, in tutta la regione, come nel resto d’Italia, stanno affrontando quotidianamente. Un mondo che è al collasso, sotto il peso «assurdo, incomprensibile e oltremodo gravoso», denunciano i rappresentanti dei Consigli di istituto, delle incombenze burocratiche legate alla gestione della pandemia, con famiglie e dirigenti scolastici esasperati da una situazione totalmente fuori controllo, i cui effetti negativi ricadono principalmente su bambini e ragazzi. «È gravissimo che a due anni dall’inizio della pandemia non siano state messe in campo azioni efficaci per prevenire le criticità attuali – afferma Moretuzzo –. E davvero troppe sono le problematiche irrisolte: dal nodo dei trasporti agli edifici scolastici vetusti che non permettono di rimodulare gli spazi interni anche in risposta all’emergenza Covid, al deficit di digitalizzazione. Tema centrale e attualissimo, quest’ultimo, sul quale avevamo presentato per tempo – oltre un anno fa – proposte concrete. In un ordine del giorno chiedevamo alla Giunta regionale di attivarsi per porre in essere un sistema di monitoraggio, rilevazione e condivisione dei dati relativi all’andamento dei contagi da coronavirus in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, basandosi sul rilevamento degli open data in modo da limitare gli interventi restrittivi di competenza regionale, laddove possibile, allo stretto necessario. L’attivazione di piattaforme da gestire a livello regionale implica responsabilità e gestione dell’efficienza, sgravando nel contempo i dirigenti scolastici da compiti che non competono loro – continua Moretuzzo –. Nel contempo, chiedevamo di promuovere azioni per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti e della comunità professionale (le cui lacune sono state evidenziate dall’introduzione della didattica a distanza), oggetto di una nostra specifica mozione che impegnava la Giunta regionale a fornire, tra gli altri, una piattaforma di e-learning e un sistema di web conference per tutti gli istituti scolastici, un account di posta elettronica regionale per tutti gli studenti e materiale formativo inerente l’utilizzo di tali strumentazioni, a elaborare linee guida e strumenti che permettano di raggiungere una piena e compiuta cittadinanza digitale. Richieste inascoltate», evidenzia Moretuzzo, che sollecita le istituzioni ad «affrontare quanto prima i problemi strutturali ed endemici della scuola, messi in risalto ancora più chiaramente dalla pandemia stessa. I nostri ragazzi rappresentano il futuro di questa regione, non possiamo più perdere altro tempo».