Scuola, tenere chiuse le superiori sembra avere ragione esclusivamente politica

Sul tema delle scuole superiori chiuse o no si è aperto in regione un contenzioso giuridico davvero complicato. Il tema non è semplice, certo, ma a ben guardare nel conflitto apertosi in Regione tra giustizia amministrativa e Presidente dell’Ente regione la determinazione di quest’ultimo a contrastare a suo dire l’allargarsi della pandemia, tenendo chiuse le superiori, sembra avere una ragione esclusivamente politica.
Infatti, da chi è sceso in piazza in piena crescita del contagio per cercare qualche consenso tra i commercianti, e dopo quanto accaduto in Fvg successivamente a quelle iniziative, ci saremmo aspettati perlomeno in questo caso un po’ più di sobrietà e di riflessione.  Il Cts ha rilevato che è possibile la ripresa delle lezioni nelle superiori in presenza dal 50% al 75% degli alunni iscritti ai vari istituti come previsto dai provvedimenti governativi e ciò a partire da domani o dal 25 gennaio, a seconda delle realtà interessate.
Inoltre, sempre il Cts, ha fatto presente che le Regioni che non lo faranno se ne assumeranno la responsabilità. A questo punto, tanto più dopo questa chiara presa di posizione dell’organismo tecnico, sorge pertanto il dubbio che, al di là di ogni nobile motivazione, sia la politica di parte ad avere influito sulla scelta adottata sull’argomento dal nostro Presidente con ben due ordinanze,   posticipando il rientro a scuola al  1 febbraio.
Si è voluto aprire così, anche su questo delicatissimo versante della nostra vita sociale, l’ennesimo deciso conflitto con il Governo. D’altra parte, sul piano politico è un posizionamento allettante visto che trova perfino
l’appoggio di una delle presidenze di Confindustria territoriale. Una di queste, infatti, , con parole di chiaro segno produttivistico stile “senza le ferriere il mondo non va”, si è schierata dalla parte che vuole scuole chiuse altrimenti può crescere il contagio. Mai però fino ad oggi queste presidenze si è pronunciata su negozi, bar, centri commerciali, ecc, È in buona compagnia, insomma, il nostro massimo rappresentante delle istituzioni locali.
In tutto questo la centralità della scuola, l’adozione di ogni intervento per favorire lo studio in sicurezza è perdere tempo e non pensare alla produzione. Resta da capire, però, se la Regione aveva predisposto davvero un piano organizzativo all’altezza in fatto di trasporti e sicurezza per l’entrata e l’uscita da scuola, come invece realizzato in questi giorni da altre Regioni. Di tutto ciò nessuno ne parla più. Ma questa, come sappiamo, è un’altra storia soprattutto per la propaganda.

Carlo Pegorer