Sea Watch, multati i parlamentari saliti a bordo della nave Ong ferma davanti al porto di Siracusa. Colpevoli di troppa umanità

 

Che ci fosse stata una denuncia era noto, ma ora è arrivata la multa. Una sanzione amministrativa di 2000 euro a testa ai parlamentari che salirono a bordo della nave della Ong tedesca Sea Watc senza “permesso” da parte della Capitaneria di porto di Siracusa che contesta loro di essere saliti a bordo della nave prima che fosse stata fatta libera pratica e che fosse salito il medico, come prescrive la legge per le imbarcazioni che arrivano da paesi extraeuropei. Peccato che la nave in questione non aveva fatto alcuno scalo in porti di paesi extraeuropei è quindi chiara la pretestualità della sanzione che da la sensazione di essere stata emessa per essere più realisti del re, un re che tale, per fortuna non è, in quanto solo ministro degli interni.
I primi a raggiungere la Sea Watch che rimase per nove giorni bloccata in rada a Siracusa con 47 migranti a bordo. Ii 27 gennaio scorso, furono Riccardo Magi, di + Europa, Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, e Stefania Prestigiacomo di Forza Italia che su un gommone raggiunsero la nave bloccata davanti al porto sicuro di Siracusa. Il giorno successivo una seconda ispezione a bordo, prerogativa dei parlamentari, fu effettuata dall’allora segretario del Pd Martina e dal presidente del partito Orfini che, al loro ritorno a terra, furono identificati e denunciati per non aver osservato il blocco delle acque attorno alla nave nonostante avessero avuto il nullaosta della prefettura. Analoga sanzione è stata notificata alle altre persone che la mattina del 28 gennaio salirono a bordo della Sea Watch insieme ai tre parlamentari e tra loro il sindaco di Siracusa Francesco Italia, la rappresentante di Sea Watch Giorgia Linardi e quella di Mediterranea Alessandra Sciurba.

“Una contestazione infondata e pretestuosa perché la nave non aveva fatto scalo in paesi extraeuropei – conferma Riccardo Magi di + Europa – perché siamo saliti per esercitare una prerogativa parlamentare e prima di sbarcare ci è stata fatta una visita medica seppure sommaria. Al ben più grave abuso commesso trattenendo in modo arbitrario e illegittimo le 47 persone che erano a bordo della Sea Watch e il suo equipaggio – continua il parlamentare – se ne aggiunge uno ulteriore piccolo e gratuito al quale intendo oppormi ricorrendo in ogni sede e sperando che il ricorso diventi l’occasione per accertare per via giudiziaria se vi siano state omissioni e irregolarità da parte delle autorità. Tutto ciò mentre Salvini continua a dire di essere pronto a farsi processare ma si protegge con l’ombrello politico da accuse per gravi reati penali”. Di “ottusità della burocrazia” parla invece Fratoianni. “Un ministro è sotto inchiesta per aver sequestrato una nave e le persone che c’erano a bordo, contravvenendo alle leggi italiane e alle norme internazionali. E cosa fa la Capitaneria del porto di Siracusa? Manda una multa a quei deputati che sono saliti a bordo, esercitando semplicemente le prerogative parlamentari. È un altro grottesco capitolo di una storia umiliante per la nostra Guardia Costiera, costretta da un potere politico a decisioni e a scelte in mare e sulla terraferma sempre più ridicole”. Il leader di Sinistra Italiana si rivolge anche a Roberto Fico: “Sono curioso a questo punto di sapere cosa ne pensi il Presidente della Camera, perché di questo passo i parlamentari della Repubblica diventeranno dei soprammobili di Palazzo Montecitorio. E questo non è un bel vedere per la nostra democrazia…”.

Come è noto sulle responsabilità per il caso Sea Watch è ancora in corso l’istruttoria del tribunale dei ministri di Catania dopo che la Procura di Roma, a cui era giunto un esposto, ha inviato le carte ai colleghi di Catania iscrivendo il nome di Matteo Salvini nel registro degli indagati per sequestro di persona. Il procuratore di Catania, come aveva già fatto per il caso Diciotti, ha chiesto l’archiviazione ma il tribunale dei ministri, che invece aveva chiesto per Salvini l”autorizzazione a procedere per la Diciotti (poi negata dal Senato), deve ancora esprimersi.