“Depuratore Lignano, o lo si potenzia o serve a poco” Così in conferenza stampa M5s – Osservatorio contro l’illegalità del FVG

“Si prenda una decisione seria e definitiva sul Depuratore di Lignano Sabbiadoro. O viene potenziato così come richiesto da oltre tre anni, oppure si affermi, come purtroppo già accaduto, che sversare direttamente i reflui con la sola diluizione dell’acqua, senza procedure di depurazione, non comporta alcun rischio per la salute umana e per i molluschi che vengono coltivati nelle zone antistanti gli scarichi”. Lo ha dichiarato il caporgruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, nel corso di una conferenza stampa sulla situazione dell’impianto lignanese, conferenza stampa svolta a Udine dai pentastellati assieme all’Osservatorio contro le illegalità del Friuli Venezia Giulia rappresentato dal noto ambientalista Marino Visintini.

“Se Arpa ritiene che i reflui all’ingresso di un depuratore possono essere riversati sui terreni senza che questo comporti dispersione di sostanze inquinanti, come accaduto recentemente anche a San Daniele, e se gli sversamenti di 2,5 milioni di metri cubi di acque non depurate (dato del 2014), seppure diluite dalla pioggia – ha spiegato  Sergo -, non comporta alcuna problematica alla Laguna, ci chiediamo a cosa serva depurare 5,8 milioni di metri cubi di reflui che rappresenterebbero poco più dello 0,036% degli apporti fluviali che afferiscono nella Laguna di Marano. D’altro canto è ormai un’abitudine considerare irrilevante l’inquinamento delle acque, visto che il sindaco di Lignano ha detto altrettanto rispetto alla plastica delle cosiddette ‘big bag’ che finisce nell’Adriatico a seguito delle mareggiate, a suo dire anche questo irrilevante rispetto a quanto portato in mare dal Tagliamento”.

“Si potrebbero risparmiare soldi necessari a sistemare un impianto sottodimensionato per rispettare il vigente Piano Regionale Tutela Acque, sulla base del quale deve essere rilasciata una nuova autorizzazione, considerato che l’attuale scade il prossimo 27 febbraio – ha provocatoriamente affermato l’esponente M5S -. Parliamo di un impianto che funziona al massimo a 1200 metri cubi/ora invece dei 1800 che dovrebbe ma, da quanto si evince dalle dichiarazioni della stessa Regione, abbiamo una linea che da sola garantisce al massimo 350 mc/h nonostante contributi regionali da 1,6 milioni di euro per la nuova linea”.

“Gli sversamenti e gli sforamenti dei limiti tabellari accertati da Arpa FVG, per il periodo dell’autorizzazione vigente risalente a tre anni fa, sono 10 su 25 rapporti di prova ufficiali dell’Agenzia. Vale a dire il 40% dei casi, nonostante per la Regione si tratti di ‘episodici superamenti’ – rende noto Sergo -. L’ultimo di questi, risalente al 30 agosto scorso, parla di uno sforamento pari a 16 volte i limiti autorizzati per quanto riguarda l’escherichia coli”.

Presente alla conferenza stampa anche Marino Visintini, referente dell’Osservatorio civico contro le illegalità del Friuli Venezia Giulia, che ha chiesto “trasparenza e verità per arrivare a una soluzione che comporti la regolarizzazione e l’adeguamento dell’impianto alle normative europee. Ci siamo rivolti al Ministero dell’Ambiente e alla Corte dei Conti per una verifica autorevole e un intervento definitivo su una situazione che dura ormai da troppi anni”.

Anche Marino Visintini nel suo intervento ha ribadito l’impegno sulla questione del depuratore lignanese.  “In rappresentanza dell’Osservatorio, ha detto Visintini, mi sento gratificato di affiancare il Consigliere Sergo su questo argomento e  colpo l’occasione che faremo altrettanto con chi, come lui, abbia a sollevare e cercare di risolvere con dati alla mano ed onestà intellettuale, prescindendo da qualunque posizione politica, i gravi problemi ambientali presenti  nella Regione Friuli Venezia Giulia da innumerevoli anni e costantemente ignorati o mistificati per ignoranza o  interessi personali o di parte a spese del cittadino comune che paga in termini economici e di salute.   L’Osservatorio è indignato per il protrarsi di una situazione di tale insostenibile gravità, in un sito di tale  vulnerabilità soggetto a pressioni antropiche notevoli, come dimostrano anche i documenti e le fotografie in  nostro possesso che ulteriormente avvalorano le dichiarazioni e denunzie in questi anni agitate dal Consigliere in  varie sedi con dati di fatto tratti da relazioni certificazioni ed atti ufficiali di organi istituzionali. Anche noia titolo personale e come Associazione abbiamo compiuto, in diverse occasioni, passi ufficiali presso gli  organi di controllo competenti e siamo in attesa degli ipotizzabili sviluppi. Noi chiediamo trasparenza e verità al di fuori di alcun interesse di parte con l’unico scopo di vedere emergere la
se pur triste realtà ,ormai ineludibile, per la conseguente attribuzione delle dovute responsabilità del danno e la  soluzione questa volta però non legata a promesse o rilanci: ormai da oltre vent’anni si attende una  regolarizzazione dell’impianto e la realizzazione delle opere che lo adeguino alle normative europee in vigore da  oltre venti anni! ” “Abbiamo chiesto, senza averne avuto risposta, ha aggiunto Visintini, dei reale stato dell’impianto e della possibilità di intervento di Enti  di controllo terzi che possano valutare e dichiarare la sua reale funzionalità ed efficienza, sulle quali non si può  parlare più di dubbi ma ahimè di certezze: ed allora perchè questo silenzio assordante alle ripetute segnalazioni  del Consigliere ed anche alle nostre? Come mai si parla sempre di programmi ed investimenti ed opere di alto  contenuto tecnologico da farsi per migliorare le performance del depuratore quando ancora non si sono  realizzate le opere prescritte dalla vecchia diffida-autorizzazione della Provincia di Udine del 2007 ?”

“Anche l’autorizzazione regionale allo scarico del febbraio 2017, ha aggiunto il rappresentante dell’Osservatorio,  è chiamata definitiva ma è assegnata  scientemente ad un impianto dichiaratamente incompleto e che lo è ancora dopo quattro anni da allora. Come si  può dichiarare con leggerezza da parte dei gestore Cafc e dell’Assessore Regionale competente che tutto funziona regolarmente? Come mai non sono state confutate le dichiarazioni di non conformità e di inadeguatezza  sollevate da più parti in consessi pertinenti? Da tempo immemorabile riceviamo segnalazioni popolari di odori nauseabondi in prossimità dell’impianto e della presenza di materiali da rifiuto nelle acque anche in prossimità degli sfioratori: non è questa una ulteriore palese  evidenza delle irregolarità in essere che squalifica il sito?”  “Confidiamo, aggiunge Visintini, che chi ha il diritto dovere del controllo intervenga ed altresì che chi ha la responsabilità della gestione  che la Regione stessa e l’Arpa siano disponibili ad un confronto aperto ed anche all’intervento di un ente  dichiaratamente terzo che si possa esprimere sull’impianto verificandone reale funzionamento con un periodo di controllo sullo stesso. Intanto vi comunichiamo, ha concluso Visintini,  che abbiamo, dopo una segnalazione ai Noe e la consegna di significativa  documentazione fotografica in nostro possesso, attivato il Ministero dell’Ambiente e la Corte dei Conti, con ulteriore documentazione originale, al fine che, in mancanza di altre voci chiarificatrici, ci possa essere una verifica autorevole e finalmente anche un intervento risolutivo nel bene efo nel male, ma che sia rapido e definitivo. E’ un modo lineare e trasparente che applicheremo su altre realtà come San Daniele, San Giorgio di  Nogaro, Maniago, Manzano etc….ed è per questo che chiediamo la collaborazione dei cittadini e delle forze giovani e volonterose oltre che delle Associazioni dei Consumatori e di tutte le realtà locali. Insieme per obiettivi comuni”.

Cafc respinge e rilancia le sue tesi

In una nota Cafc, la società che gestisce il depuratore di Lignano respinge le critiche: «La configurazione attuale dell’impianto di depurazione risponde e rispetta pienamente le autorizzazioni fino a oggi ricevute da parte degli enti competenti» «Le affermazioni sulla mancata realizzazione di alcune ipotesi progettuali, causa della presunta inadeguatezza dell’impianto di depurazione, sono completamente errate così come è dimostrato dall’idoneità prestazionale dell’impianto a fronte delle verifiche allo scarico effettuate da Arpa Fvg – specifica Cafc spa -. Le modalità gestionali legate al funzionamento degli sfioratori fognari per eventuali scarichi delle condotte nella laguna sono conformi alle prescrizioni autorizzative ottenute e alla normativa vigente. Le dichiarazioni riportate pur facendo riferimento a valori riconducibili ad atti ufficiali degli enti di controllo, non rappresentano in maniera oggettiva le condizioni di esercizio reali dell’impianto di depurazione che risulta essere efficace e adeguato».